Antonio Puglisi – Gazzetta del Sud
Capo d’Orlando – Un girone di qualificazione chiuso con una sconfitta. Il bilancio di questa temuta prima fase è quindi di tre vittorie su Islanda, Spagna e Germania e due ko (Turchia all’esordio e Serbia ieri). Il coach dell’Orlandina, Giulio Griccioli, è stato per tante stagioni, alla Mens Sana Siena, assistente del ct azzurro Simone Pianigiani e con lui tracciamo un bilancio sul rendimento della Nazionale.
«Possiamo ritenerci soddisfatti per il passaggio del turno e il bilancio è sicuramente positivo. Parlo da tifoso quando gioca l’Italia è c’è di mezzo Pianigiani. Se proprio devo trovare un neo, è relativo alla sconfitta al debutto. Ma nel complesso, e nonostante gli infortuni, i risultati ottenuti sono da tenere in considerazione».
– Qual è la vera Italia?
«Penso sia normale aver visto tante facce. La squadra sta lavorando sulle singole partite e il ct è sempre molto meticoloso nella preparazione. Si tratta di un bel mix ed a partire dagli ottavi bisogna vedere se riusciremo a mettere tutto quanto insieme. Molto dipenderà dai giocatori. Di buono c’è che il nostro cammino è stato caratterizzato sempre da passi in avanti, mentre la sconfitta con la Serbia ci sta».
– Quali sono le difficoltà maggiori che sta affrontando Pianigiani?
«Giocare ogni giorno ed in orari differenti può essere stata una difficoltà, anche se è un problema che hanno affrontato tutte le formazioni. Non aiuta perché hai poco tempo per recuperare e per studiare le avversarie. La prima partita contro la Turchia aveva allarmato un po’, ma bisogna dare pure i giusti meriti al et Ataman che ha sfruttato bene le sue individualità».
– Dopo la sconfitta all’esordio cosa è cambiato?
«I migliori della nostra squadra si sono adeguati ai compagni, che hanno fatto del sacrificio e della difesa la forza della Nazionale. Inoltre la bravura di un allenatore è soprattutto quella di formare un gruppo e Simone ha l’esperienza necessaria. Mi piace l’unità mostrata da questi ragazzi, che hanno giocato poco insieme ma sanno soffrire, lottare e soprattutto reagire. Vedere un Gallinari, che ha uno spessore tecnico superiore, giocare pericompagni è una grande soddisfazione. È quello che ci vuole per raggiungere traguardi sempre più ambiziosi».
– Serbia e Francia le vere favorite per la medaglia d’oro? E L’Italia?
«Secondo me nessuno ci vuole affrontare perché gli azzurri possono esprimere una pallacanestro che ha potenzialità offensive in grado di mettere in difficoltà chiunque. Forse l’Italia non ha ancora acquisito la continuità che serve a cosi alti livelli. Francia e Serbia rimangono anche per me le favorite».