Massimo Oriani – Gazzetta dello Sport
Un lituano di 33 anni, un azzurro argento olimpico di 40, un macedone che viaggia verso i 36, un croato di 39, un ungherese che di nome fa Zoltan, come il veggente della macchinetta al Luna Park del film «Big» con Tom Hanks di un po’ d’anni fa. Sembra l’inizio di una barzelletta. Invece i suddetti rispondono ai nomi di Jasaitis, Basile, Ilievski, Nicevic e Perl. Sono l’asse portante di Capo d’Orlando, che con due vittorie nelle prime tre partite (e avrebbero potuto essere tre avendo sfiorato anche il colpo a Venezia) si sta guadagnando di diritto il titolo di seconda squadra rivelazione del campionato. Seconda? Sì, perché la prima, anche se i segnali alla vigilia arrivavano da destra e da manca, è indubbiamente Pistoia di Enzino Esposito. Il ventello rifilato a Trento, dove il solo Wright non è bastato a salvare la baracca, è uno squillo al quale la A dovrebbe rispondere. Perché se è vero che le prime giornate sono solite portare risultati imprevedibili con molte squadre ancora alla ricerca dell’identità, lo è altrettanto che i risultati dei toscani non sembrano il frutto di demeriti altrui. Ancora troppo difficile delineare i contorni di chi potrà essere la squadra rivelazione, quella che potrà fare da guastafeste alle 4 big (che stanno ormai ingranando, il k.o. di Sassari ci sta dopo una settimana di viaggi tra Brianza e Turchia contro un’ottima Brindisi). Di certo, se dovessimo sbilanciarci, oggi diremmo Pistoia: un rischio minimo.