Paolo Cuomo – Gazzetta del Sud
Capo d’Orlando è forte. E quando siamo arrivati soltanto alla terza giornata, possiamo affermare con un margine minimo di errore che la previsione a bocce ferme di “Gazzetta del Sud” non verrà smentita dal campo: la salvezza tranquilla, con un occhio ai playoff e ancor prima alla qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia sono i traguardi a cui poter ambire. Sì, ne siamo consapevoli: è ancora troppo presto per sbilanciarsi, volando con la fantasia. Ma nello sport come nella vita ci vuole coraggio, lo stesso che ha dimostrato nei primi 15 giorni di stagione ufficiale una realtà che da 15 anni non finisce di sorprendere per capacità, abilità, intuizioni, magia e la necessaria fortuna. Pronti, via e l’Orlandina avrebbe dovuto veleggiare a punteggio pieno in vetta alla classifica assieme all’altra sorpresa Pistoia di Enzino Esposito e alla favorita tricolore Reggio Emilia che domenica alle 12 sarà di scena al “PalaFantozzi” per una sfida d’altri tempi che già adesso fa venire l’acquolina. Solo a causa dell’infortunio a Bowers nel momento decisivo del match del “Taliercio”, con conseguente contraccolpò emotivo, i biancazzurri si sono dovuti arrendere dopo un supplementare a Venezia, dopo aver dato spettacolo per 38′ contro una delle quattro “big” del torneo. La storia si è ripetuta alla Scala del basket e anche se stavolta Bowers non c’era sin dalla prima palla a due, Capo d’Orlando il suo show lo ha iniziato e finito, con autorità e freddezza, meritandosi gli applausi del competente pubblico di Bologna. Una prestazione perfetta, una partita preparata nei dettagli, senza mai soffrire l’assenza del “quattro” titolare e con un’applicazione difensiva di altissimo livello. Giulio Griccioli, tecnico serio e concreto, già pronto per un ulteriore salto di qualità, ha subito trovato assetto e chimica, mettendo insieme grande esperienza ed esuberante gioventù. Roba non facile, in poche settimane. Soprattutto se non puoi utilizzare per duplice motivo il talento su cui hai puntato molte fiches: la guardia serba Stojanovic. Contro la Virtus, l’orchestra di Griccioli non ha mai stonato, suonando musica per palati fini sino al + 20 di inizio ripresa. E dopo la prevedibile reazione dei felsinei, arrivati a -4, ecco la mossa che decide: quintetto più basso, con i talenti Laquintana e Perl insieme in campo. Come per incanto, break di 13-2 e tutti a casa. In attesa, appunto, di vedere come andrà a finire con l’ex Stella Rossa, il 20enne ungherese è la più bella scoperta dell’Orlandina. Complimenti a Peppe Sindoni che è andato a prenderlo sin nello Szombathely: Zoltan con la sua faccia tosta è già stato determinante nelle vittorie contro Cantù e Bologna e la sua bella favola è appena all’inizio.
Jasaitis & Nicevic. Capitolo a parte per una coppia stellare. Il lituano a questi livelli è di un altro pianeta e temiamo che quanto da noi previsto si possa avverare: se continua a giocare così, con enormi motivazioni, prima o poi arriverà l’irrinunciabile offerta per riportarlo in Eurolega. L’ex Lokomotiv Kuban non spreca nulla, è una sentenza al tiro, un mostro di intelligenza cestistica al servizio dei compagni. Sta producendo 19.3 punti, con il 62% da 2, il 41% da 3, 6,6 rimbalzi e 20 di valutazione. Basta? L’italo-croato è ormai da cittadinanza onoraria di Capo d’Orlando. Un infinito professore dei canestri, che in quest’angolo di Sicilia ha iniziato una nuova carriera, spargendo classe purissima. Prima a Venezia e poi a Bologna, Sandrone ha portato a scuola i forti lunghi avversari, con solida presenza in area e l’im- marcabile tiro da cinque metri. Uno degli eroi del ritorno dei paladini in Serie A, un giocatore come (purtroppo) non se ne vedono più, è partito con 13.3 punti, 4.7 rimbalzi, 4 falli subiti e 15.7 di valutazione. Ah, dimenticavamo: Nicevic ha 39 anni, ma ne dimostra 10 di meno e per noi ha davanti ancora 5-6 stagioni di divertimento…
Il rammarico. L’unico di questo strepitoso avvio: se dopo l’infortunio di Bowers, avesse risposto “sì” (ma ovviamente non come “gettonaro”) un altro fantastico veterano del basket europeo subito contattato dal club – per capirci dello stesso prestigio dei “magnifici quattro” – allora saremmo stati pronti a scommettere già oggi che questa Orlandina avrebbe fatto meglio di quella indimenticabile del 2008. Per la gioia di tutto il popolo biancazzurro. Ma, per il momento, va bene lo stesso.