Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – La grande rivelazione. Zoltan Perl, l’anno scorso semi-sconosciuta guardia dello Szombathely in Ungheria, è il personaggio-copertina di questo avvio di campionato molto positivo dell’Orlandina. Scoperto dal direttore sportivo Giuseppe Sindoni in un giro di promesse visionate alla fine dello scorso campionato, il talento magiaro si è messo in mostra agli Europei Under 20 di Lignano Sabbiadoro a luglio, trascinando la sua Nazionale ai piedi del podio e chiudendo al primo posto nella classifica dei migliori realizzatori, a 25.2 punti di media. Quindi l’approdo a Capo d’Orlando, i primi giudizi lusinghieri in pre-season, con Portaluppi, general manager di Milano, a chiedere informazioni su di lui nel corso del quadrangolare di Trento. Infine un impatto quanto mai produttivo con la Serie A: 12 punti nel vittorioso esordio con Cantù (quattro determinanti nel finale), 7 a Venezia e soprattutto altri 12 – di cui 7 decisivi nell’ulti- mo quarto – nell’exploit di domenica a Bologna. Perl, 20 anni e un grande futuro davanti. «Sono io stesso sorpreso – commenta la giovane guardia – perché vengo dalla Lega ungherese, un campionato totalmente differente, come livello, rispetto a quello italiano. All’inizio della stagione speravo di avere a disposizione qualche minuto e di sfruttarlo al meglio. Ed è quello che voglio fare anche adesso, ogni volta che vengo chiamato in campo da coach Griccioli». Il quale lo ha schierato sempre in quintetto base, in attesa di Stojanovic, centellinando il minutaggio dell’icona Basile. – Quali emozioni hai provato all’esordio e dopo essere stato fondamentale per le due vittorie dell’Orlandina? «Emozioni e stati d’animo differenti nelle tre gare. Prima del debutto contro Cantù ero molto impaziente e voglioso di giocare. E alla fine ero al settimo cielo per il successo. Dopo la partita di Venezia ero arrabbiato, perché abbiamo giocato bene, perdendo in volata dopo un supplementare. Abbiamo sicuramente sbagliato qualcosa e la sconfitta mi ha lasciato l’amaro in bocca. A Bologna le motivazioni erano fortissime. Io e i miei compagni volevamo riscattarci, cancellando gli errori commessi contro Venezia. Volevamo provare a vincerla e lo stato d’animo e l’intensità erano quelle giuste». – Dove pensi di dover migliorare? «In tanti aspetti del gioco, a cominciare dalla velocità nel prendere le decisioni sul parquet». – Cosa pensi del campionato italiano e dove potrà arrivare l’Orlandina? «È difficile e molto tosto. Noi dobbiamo ragionare partita dopo partita, per cercare di vincerne il più possibile». – A chi vuoi dedicare questo periodo da grande protagonista? «Senza dubbio alla mia famiglia, che mi ha sempre aiutato a coltivare questa passione per il basket. I miei genitori mi accompagnavano agli allenamenti e alle partite e per loro non è stato facilissimo vedermi partire. Adesso sono molto orgogliosi di me e questo mi rende felice». Infine ieri è ripresa la preparazione della squadra in attesa di ricevere Reggio Emilia domenica, nell’anticipo di mezzogiorno su Sky. Sono giorni di festa patronale (oggi e domani) e vicino al PalaFantozzi regna un po’ di gioiosa confusione, soprattutto per la presenza del luna park che ha incuriosito gli stranieri. Alcuni di loro, infatti, non avevano mai assistito a nulla del genere in occasione di una celebrazione religiosa.