Gabriele Gallo – Gazzetta di Reggio
CAPO D’ORLANDO – Sono giorni di festa a Capo d’Orlando. Si celebra infatti la patrona, Maria Santissima: ma il clima da strapaese non distoglie gli orlandini dalla loro grande passione per il basket, né tantomeno il coach della Betaland, Giulio Griccioli, che attende al varco la capolista Grissin Bon. La sfida andrà in scena domenica, nell’insolito orario delle 12.
Coach, il suo collega Menetti teme molto il fattore campo del PalaFantozzi. E’ così significativo?
«Sicuramente l’immensa passione e il calore che ci sono sulle gradinate vengono trasmessi anche ai giocatori. E’ capitato che il tifo ci portasse a gettare il cuore oltre ogni ostacolo e compiere grandi imprese. Quella che occorre per battere Reggio».
Quale avversaria si aspetta?
«Una che ha iniziato la stagione vincendo una Coppa, e questo dice già molto. Che al momento è indubbiamente una spanna o due sulle altre in termini di efficacia e coesione. Che ha aggiunto ulteriore esperienza e talento a una base già ottima. Ha tanta fisicità e atletismo, pur senza giocatori Usa. Ci attende un compito improbo».
Anche se mancasse Kaukenas?
«Ho avuto il privilegio di allenare Rimas nei miei anni a Siena (Griccioli era uno degli assistenti di Pianigiani nell’epoca d’oro dei toscani, ndr) ma è ancora un atleta determinante con un incredibile killer-istinct nei momenti che contano. Detto questo il roster della Grissin Bon ha ottime anni per sopperire alla sua assenza».
Come pensate di batterla?
«Proveremo a imbastire difese in grado di limitare il suo talento diffuso su tutti i ruoli. Poi dovremo cercare di gestire il ritmo gara».
Ha assistito con i suoi ragazzi aila partita di Eurocup di Reggio. Era solo per «spiarli» o c’era anche del patriottismo?
«Diciamo che è stato un mix tra le due cose. Ovviamente volevamo vincesse Reggio, ma abbiamo anche cercato di capire quali possono essere le strade per batterla».
Possiamo immaginare che tra quelli che han tifato Reggio ci fosse il «nostro» Gianluca Basile. Comincia a sentirli i 40 anni?
«E’ sempre il solito «Baso», credetemi. Ha un’incredibile energia interiore ed è sempre un esempio per etica del lavoro e impegno. Chiaramente per vederlo prendere il ritmo in attacco ci vorrà ancora un po’ di tempo. Ma ci sta già dando molto sotto vari aspetti».