Marco Capuano – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – A fine gara la torta ha un sapore ancora più dolce se si festeggia una vittoria addirittura sui vicecampioni d’Italia della Reggiana. Tutti attorno a un tavolo con tanto di brindisi per onorare le 500 partite in Serie A del “Baso”. Gianluca Basile sorride in quello spogliatoio in cui rimbalza forte e chiara l’incontenibile felicità dell’Orlandina. Ci voleva una prova straordinaria per completare la festa, proprio contro la sua ex squadra con cui cominciò la fantastica avventura, del quarantenne pugliese e vittoria è stata contro la corazzata di Menetti. Certo, il “Baso” avrebbe preferito incidere di più in una partita in cui, in quasi 20′ di utilizzo, ha messo a segno solo tre punti. Un utilizzo a singhiozzo che l’ha visto anche imprecare, nell’ultimo quarto, contro Griccioli quando il coach lo ha richiamato in panchina nel momento di maggiore pressione degli emiliani. Ci teneva, Basile, a lasciare il segno con una prestazione personale più importante, degna della sua immensa classe. Cinquecento in A è un traguardo pazzesco per un giocatore che ha fatto la storia del basket italiano. La sua giornata speciale è iniziata prima della palla a due quando Reggio Emilia, attraverso le mani di Menetti, gli ha donato una canottiera a celebrare l’evento. Poi lo sguardo pieno d’orgoglio in gradinata a leggere il messaggio d’amore del popolo biancazzurro («Reggio Emilia il passato, Capo d’Orlando il presente, 500 volte grazie») e l’inizio in panchina a guardare cinque compagni battagliare con coraggio contro la Grissin Bon. Mette piede sul parquet dopo 6’35” e a 2’14” dall’intervallo fa tremare il “PalaFantozzi” con una bomba delle sue, segnando il suo primo canestro stagionale dal campo (0/5 da due, 1/11 da tre). Sembra l’inizio di una giornata di grandi numeri per il “Baso”. Che, invece, dopo aver sbagliato un canestro facile facile nel terzo quarto, dovrà accontentarsi di tanta difesa e di un minutaggio (19’30”) che sperava fosse più alto. Così il broncio dell’ultimo quarto è stato cancellato da un risultato che ha reso ancora più bella la festa per il traguardo raggiunto. E così, quando si presenta in sala stampa a condividere la sua gioia con i giornalisti, l’argento di Atene 2004 svela i motivi che lo spingono a continuare: «Cosa mi emoziona a 40 anni? Quando entro in campo dal tunnel, la gente che urla è un’emozione. L’inno è un’emozione. Lo sport è un’emozione. Se non ti emozioni devi smettere. Io continuo ad emozionarmi, ecco perché gioco ancora». E allora 500 volte grazie, “Baso”.