C’era una volta… e c’è ancora oggi. Ma qui il palazzo delle favole non è un castello, non ci sono regine con la corona, né sortilegi ghiacciati che perseguitano principesse. No, tutto questo non c’è. Eppure la magia è nell’aria, la vivi, ti entra nei polmoni come l’aria. Da anni. Perché è da anni che in quel palazzo ci vivono i folletti. Di stagione in stagione cambiano nomi, ma sempre folletti restano. Brian, Ryan, Terrell, Rolando, Tamar, Drake, Adam, Gianmarco, CJ, Meo e ora… Sandro, Vlado, Zoltan, Simas, Alex, Nika. Diteci se non sono questi nomi da folletti. E in quel palazzo può capitare di tutto. Che si giochi a pranzo, all’ora del the o di cena, è sempre tempo per la favola. Quella di una cittadina bellissima – e di un comprensorio intero – che nel giorno della festa si veste da Cenerentola e va al gran ballo, facendo ombra alle regine. È già successo mille volte, ieri ancora. E per l’occasione i folletti di biancazzurro dipinti hanno scelto la recita davanti al palcoscenico nazionale. Al cospetto delle telecamere di “mamma” Sky, mago Enzo e gli apprendisti stregoni Peppe e Giulio hanno presentato, davanti alla granitica Reggio Emilia, una squadra che ha qualcosa di magico nell’anima, di inspiegabile nell’alchimia. Perché di questo si deve parlare se in un lembo di Sicilia che si affaccia sulle Isole Eolie ha scelto di soggiornare un ragazzone come Jasaitis. Cosa c’entri lui con una squadra che dovrebbe navigare a metà classifica di un campionato che non è neanche il più forte d’Europa è difficile da spiegare. Lui dovrebbe ancora stare di diritto in Eurolega e non uscire da quel confine. Che reciti a queste latitudini, anche se per un solo anno, è un regalo del dio dalla palla a spicchi e del pazzo mercato che prendiamo e custodiamo nello scrigno. Così come Sandrone Nicevic: è indefinibile il mistero di un totem che a 39 anni continua a dispensare saggezza cestistica e segnare con la facilità con cui un comune mortale si siede. E vogliamo parlare delle 500 recite del folletto dai tiri ignoranti: Basile, altro a cui hanno fatto bere la pozione dell’eterna giovinezza. E tutti nell’epopea paladina sanno esattamente cosa fare, a cominciare dai più giovani. La storia di una giornata straordinaria racconta di un Amedeo Della Valle che, ancora frastornato, appena uscito dal palazzo alla fine della partita abbia di colpo esclamato: ma quando si gioca? La forza dei sortilegi. Così come due signore distinte sedute a chiacchierare in tribuna per tutta la partita senza curarsi dei folletti dei canestri abbiano al suono della sirena chiesto al vicino di sedia: «Cosa ha fatto l’Orlandina?» Ma che domanda è? Nel palazzo delle favole, l’Orlandina vince sempre.