Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – Nika chi? Non erano pochi gli scettici quando l’Orlandina, a inizio settembre, annunciò l’arrivo di Metreveli, lungo georgiano, ma italiano d’adozione. Un prospetto di 24 anni e 211 centimetri la cui carriera, costellata da tante promesse iniziali, sembrava essere naufragata tra decisioni sbagliate e infortuni. Ma serviva un lungo e il ds Giuseppe Sindoni ha proposto il nome di Metreveli, subito accettato da coach Griccioli che ben lo conosceva, avendolo avuto a Siena. Dopo un approccio difficile, l’infortunio di Bowers ha accelerato il suo inserimento tanto che domenica, nella magica vittoria contro Reggio Emilia, l’uomo venuto da Tbilisi è stato tra i migliori in assoluto con una gara da 8 in pagella e 31′ sul parquet. «Innanzitutto – dice Metreveli – ringrazio la società e Griccioli per la grande fiducia che mi hanno dato sin dall’inizio. È per le loro insistenze che sono arrivato a Capo d’Orlando. Lavoro a meraviglia con un bel gruppo di amici e compagni, gioco tanto e sono veramente felice, dal momento che stiamo anche vincendo». – Cosa ti è successo negli ultimi anni? «Tante cose storte. Dopo la stagione 2013/14 a Roseto, sono andato a Napoli per disputare un campionato di vertice, ma dopo una settimana la società è fallita e sono rimasto fermo. Nel contempo avevo già avuto problemi per una fascite plantare. Sono quindi tornato in Georgia per giocare un campionato di non eccelso livello con la Mia Academy, squadra con cui ho vinto il titolo nazionale. In estate avevo voglia di tornare nell’Europa che conta e ho accettato la piazza di Capo d’Orlando». – Nei successi contro Bologna e Reggio Emilia sei stato decisivo. «Abbiamo vinto due belle partite, con autorità e giocando bene. L’allenatore mi ha lanciato in quintetto, ho sentito maggiore fiducia ed ho giocato con grandi motivazioni. In questa stagione devo rilanciarmi e ora spero di continuare a fare bene, sempre insieme ai miei compagni, perché si vince di squadra». – È ancora presto per parlare di obiettivi diversi dalla salvezza? «Nello spogliatoio ragioniamo partita dopo partita. Una settimana fa pensavamo a quella contro Reggio Emilia, in questa settimana stiamo lavorando per affrontare Varese ancora in casa, sperando di allungare la serie positiva. La società vuole prima arrivare alla salvezza, Capo d’Orlando è un piccolo centro e la A qui vale moltissimo. Da parte nostra faremo sempre il massimo, ma solo dopo aver raggiunto la permanenza, si potrà pensare ad altro». Nessun problema per coach Griccioli (Bowers sta recuperando), mentre si prepara il match contro Varese, una squadra che lo staff tecnico ha seguito con attenzione nel posticipo perso in casa contro Sassari. C’è anche un lavoro psicologico da portare avanti: contro i vice-campioni d’Italia il pronostico era sfavorevole ed è stato ribaltato, mentre contro la balbettante Varese di quest’avvio serve la massima concentrazione per evitare cali di tensione. In palio – se Milano batte Pistoia – c’è infatti lo storico primato.