Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – La voce del capitano. Sandro Nicevic è il leader dello spogliatoio, lui che si è visto cedere i “gradi” da Gianluca Basile dopo averli ricevuti in eredità da Teo Soragna: i “tre tenori” che hanno fatto grande l’Orlandina nelle ultime tre stagioni. «Non mi aspettavo – dice “Sandrone” – un avvio di campionato così strepitoso e che avremmo reagito subito alle avversità della pre-season, caratterizzata da tanti infortuni e, chiaramente, dalla ricerca della coesione tra noi veterani e i giovani. Ma quest’anno abbiamo dei ragazzi che giocano a pallacanestro con la testa e tutto sta diventando molto più semplice». – L’anno scorso quota 6 punti l’avete raggiunta all’ottava giornata; in questa stagione dopo le prime quattro partite: cosa è cambiato? «È vero, ma noi non ci illudiamo per i 6 punti che abbiamo in classifica. Siamo ancora all’inizio, la strada da percorrere è molto lunga. L’importante è giocare bene per vincere e questo si potrà ottenere solo lavorando tantissimo. Sicuramente, quel che è cambiato è la strategia al momento della costruzione della nuova squadra: gli americani in dote non portano sempre la mentalità vincente, magari danno più qualità, ma la mentalità resta un’altra cosa». Nessuno ha dimenticato a Capo d’Orlando, dopo la sconfitta interna contro la Virtus Bologna dello scorso campionato, il deciso indirizzo che Nicevic, Basile e Soragna diedero alla società a proposito dei cinque americani (molto difficili da gestire) all’epoca in squadra. Non fu un caso che dopo i “tagli” di Freeman e Burgess, la grande reazione del gruppo consenti di vincere prima ad Avellino e poi a Caserta, gare fondamentali per ottenere la salvezza anticipata. Nicevic è, invece, un “europeista” convinto che dà il massimo dell’affidabilità anche a 39 anni. «Avete scritto – aggiunge il lungo di Pola che viaggia a 12.5 punti, 4 rimbalzi e 14 di valutazione media – che sto avendo un avvio di stagione semplicemente straordinario. Io, invece, penso che alla squadra sto offrendo un contributo importante per vincere le partite. Il mio obiettivo è dare sicurezza al gruppo per migliorare sempre di più». La chiosa finale è sui traguardi da raggiungere. «Salvezza? E chi ha parlato di salvezza? Sì, la società ha questo obiettivo da raggiungere e noi lo rispettiamo ma la società non scende in campo per giocare (e giù una risata, ride). Noi dobbiamo lavorare passo dopo passo, vogliamo sognare noi e far sognare i tifosi. Non pensavo – conclude Nicevic – che ci saremmo potuti esprimere subito così bene, ma tutti insieme possiamo provare a raggiungere un primo, splendido traguardo: un posto tra le prime otto alla fine del girone di andata per ottenere la qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia di febbraio». Obiettivo che l’Orlandina ha centrato solo nel 2007/08, ai tempi di Sacchetti e Pozzecco e che, continuando così, sarà sempre difficile da raggiungere, ma certamente non impossibile.