Paolo Cuomo – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – Vederlo giocare è un piacere e riconcilia, come meglio non si può, con uno sport meraviglioso, oggi popolato da troppi “zompi” e poca tecnica e nel quale i fondamentali sono ormai merce rara. Ma lui è un cestista di altra generazione “made in Lituania” e come Basile, Nicevic e Ilievski ha la classe e la pulizia dei movimenti nel suo Dna, per la delizia degli sportivi. Simas Jasaitis, 33 anni, da Vilnius, ala piccola di 2 metri, tra i tanti campioni che nelle ultime 15 stagioni hanno vestito la maglia biancazzurra, è probabilmente l’unico sbarcato a Capo d’Orlando non a fine carriera e neppure a caccia di quella consacrazione europea che per molti (da Mclntyre, a Diener, da Wallace a Mejia) è proprio arrivata dopo essere passati dal “PalaFantozzi”. No, Simas non fa parte di questa categoria. In Eurolega (dove ha totalizzato oltre 100 presenze) il lituano dagli occhi di ghiaccio avrebbe potuto ancora offrire 20 minuti ad alto livello; invece, per il suo rilancio, ha scelto per la prima volta l’Italia, la sua florida provincia cestistica e soprattutto il mare della “perla del Tirreno”, diventando già un buon compagno di pesca di Basile, noto appassionato. Tutto, quindi, come previsto: il colpo di mercato dell’Orlandina si sta confermando eclatante, soprattutto nel rapporto qualità-prezzo. Non aver avuto perplessità quando si è presentata sul tavolo l’opportunità di prendere un atleta di altra categoria, ma reduce da una stagione poco brillante: ecco il grande merito del duo Griccioli-Sindoni. Jasaitis in questo fantastico avvio è il leader biancazzurro. La partita la può “aggredire” subito (13 punti nel +15 all’intervallo a Bologna), oppure aspettare con esperienza che sia lei a venire da lui (3 su 3 e 8 punti nel fulminante break di inizio ripresa contro Reggio Emilia, dopo essere stato “menato” senza fare una piega nei primi venti minuti). Simas è un ragazzo molto riservato, un rigoroso professionista tutto casa, famiglia e parquet. Non ama le luci dei riflettori, anzi se può le evita, media nazionali compresi. “Gazzetta del Sud”, dopo il benvenuto di due mesi fa, ha invece il privilegio di far conoscere lo Jasaitis-pensiero proprio alla vigilia dell’elettrizzante sfida con Varese, la seconda consecutiva in casa.
– Facciamo subito un passo indietro. Una splendida prova di squadra, difensiva in particolare, per l’impresa su Reggio Emilia dei suoi amici Darjus Lavrinovic, Kaukenas (anche se non era in campo) e Slanina…
«Reggio Emilia è un’ottima squadra. Ha vinto l’Eurochallenge e lo scorso anno è arrivata a giocarsi lo scudetto in finale con Sassari. Noi abbiamo disputato una grande partita e credo che abbiamo meritato di vincere. Abbiamo cercato di limitare il loro potenziale offensivo e proprio la difesa è stata, secondo me, la chiave».
– Siamo solo alla quarta giornata, ma l’Orlandina è già una splendida rivelazione. E domenica, in caso di nuova vittoria contro Varese e di sconfitta di Pistoia a Milano, l’Orlandina potrà salire in vetta. Un evento storico.
«Sì, è tutto vero, ma abbiamo iniziato da poco e mancano ancora troppe gare per sbilanciarsi. Alla classifica in questo momento non diamo assolutamente peso. Siamo concentrati soltanto su Varese e ragioniamo giornata dopo giornata cercando di produrre ancora il massimo per allungare la striscia di successi».
– È il suo debutto in Italia dopo aver giocato nei migliori campionati d’Europa (coppe comprese): come le sembra il livello tecnico e fisico?
«Quella italiana è una Lega tosta e piuttosto equilibrata. Tutte le squadre devono preparare al meglio le partite e provare a non avere cali di concentrazione durante il match perché si rischia di perdere su qualsiasi campo. Lo stesso discorso vale per noi, che abbiamo già dimostrato di potercela giocare alla pari con i team più quotati».
– 18.5 punti in 34′, con il 52% da due, il 44% da tre, l’82% ai liberi, 5,5 rimbalzi e 18 di valutazione: si aspettava un inizio così eccellente?
«La verità è che io non penso mai a cosa ho fatto in campo – anche se ho realizzato 20 punti, magari importanti per l’esito dell’incontro – ma mi concentro esclusivamente sull’Orlandina e sul suo rendimento. L’obiettivo principale è come e cosa fare per poter aiutare i miei compagni, perché le vittorie alla fine sono sempre il frutto di ragionamenti di questo tipo».
– Basile, già avversario in tanti appuntamenti internazionali e oggi suo compagno, ha festeggiato 500 presenze in A ed a 40 anni ha la voglia di un ragazzo…
«La sua è una carriera splendida e lunga e “Baso” scende in campo perché si diverte ancora a farlo. Pure a me piacerebbe giocare per tante altre stagioni, perché la pallacanestro è la mia passione. Oggi, però, è difficile poter dire se a quarant’anni riuscirò a tagliare questo prestigioso traguardo».
– Bello essere in squadra assieme a giovani che sognano di ripetere la carriera di campioni come lei, Basile, Nicevic e Ilievski…
«Si tratta di giovani forti e di talento, ma che non hanno mai giocato tanti minuti a livelli così alti. Il mio consiglio? Di allenarsi con intensità e di essere molto concentrati sulla pallacanestro. Assieme ai compagni più esperti, qualche volta cerchiamo di dar loro dei suggerimenti, ma il coach e lo staff tecnico li seguono quotidianamente e in tal senso stanno facendo un buon lavoro. E tutti potranno avere un futuro interessante».
– Come si vive a Capo d’Orlando? E i tifosi, la gente, l’ambiente le piacciono? Se li immaginava così?
«Capo d’Orlando è una piccola città, ma io mi trovo veramente a mio agio. La gente è speciale e se hai bisogno di qualcosa, ti aiuta anche per strada. I tifosi sono amichevoli e sempre disponibili. Insomma è un posto dove si vive proprio bene».
– Con la Lituania già qualificata per le Olimpiadi 2016, l’obiettivo di Jasaitis è il ritorno in Nazionale a Rio per la terza partecipazione personale ai Giochi?
«Fino a questo momento non ho pensato a nulla di tutto questo. Sono molto determinato a far bene con Capo d’Orlando, senza andare troppo oltre con la mente».