Domenico Latagliata – Giornale di Sicilia
TORINO – A Torino vince con merito la Betaland Orlandina, interrompendo così la striscia di tre sconfitte in fila e costringendo la Manital a rimanere ancora sul fondo della classifica. In casa gialloblu la magia della vittoria di domenica scorsa contro Milano non si è insomma ripetuta: match sempre equilibrato ma tutto sommato controllato dagli ospiti, sospinti da un super Jasaitis, lituano con fondamentali da mostrare a tutti i ragazzini del miniasket, e da un Oriakhi che vicino a canestro ha fatto la voce grossa spesso e volentieri. Proprio Jasaitis, quando mancavano poco più di tre secondi al termine del match, aveva segnato il canestro decisivo su rimessa dal fondo perfettamente eseguita da Perl: la replica di Torino, con quasi due secondi a disposizione, vedeva invece disegnato un gioco per Miller (dopo che l’opzione Dawkins era stata disinnescata), la cui conclusione dall’ angolo non trovava la retina. Teste basse e dritti negli spogliatoi, i gialloblù: oggi la società annuncerà comunque l’arrivo di Jerome Dyson, playmaker campione d’Italia lo scorso anno con Sassari che prenderà il posto di uno tra Miller e Robinson… Brava Orlandina, comunque. Senza Ilievski (così come Torino era priva di Rosselli e White, atteso all’esordio sabato prossimo a Trento al posto di Ivanov, ieri insufficiente), i siciliani sono stati quasi sempre avanti, arrivando a metà gara (36-40) con 6/9 da tre punti e con una valutazione di 50-30. L’equilibrio si è mantenuto anche nel prosieguo, pur se a un certo punto la squadra di Griccioli pareva poter allungare: sul 52-60 del 33′ però Jasaitis falliva la tripla del possibile +11 e Torino allora si rianimava giocandosi il tutto allo sprint finale. Mancinelli piazzava la tripla del 67-65, Oriakhi pareggiava a -45″, Ivanov sbagliava da dietro l’arco, Jasaitis ne metteva due dalla lunetta (67-69 a 23″) e Miller pareggiava quando sul cronometro mancavano solo tre secondi. La lucidità di Capo d’Orlando era però tale che Jasaitis, su rimessa da fondo, riusciva a segnare da distanza ravvicinata: dall’altro lato invece, Miller trovava solo il ferro. Giusto così.