Paolo Cuomo – Gazzetta del Sud
Quando una rimessa ti salva, cambia o allunga la vita. O la panchina. Anche se per noi – al di là di spifferi, rumors, un po’ di comprensibile nervosismo e una conferenza stampa pre-partita registrata su Youtube – la posizione di Griccioli è sempre stata molto salda ed è al coach senese che va la palma del migliore al “PalaRuffini”. È indubbio, però, che chi di rimessa perisce (contro Cremona non ne riusciva una), di rimessa ferisce. Ed ecco che a tre secondi dalla sirena, dopo un blocco alto di Oriakhi, Jasaitis viene preso in consegna da Ivanov e basta una finta di sopracciglio del lituano per lasciare il bulgaro dietro e realizzare il canestro decisivo. Il corso intensivo di palla battuta da fondo campo o dal lato ha, quindi, prodotto i risultati sperati e Capo d’Orlando, a Torino, ha conquistato una vittoria pesantissima, cancellando le tre sconfitte consecutive proprio nella giornata più difficile. Sì, perché si giocava ancora senza llievski e soprattutto contro un avversario in brodo di giuggiole per il successo su Milano. Insomma, è stata vera impresa, senza girarci troppo intorno. Ora però calma, anche se siamo i primi della fila ad avere sempre enorme stima in questo gruppo ed a ritenerlo competitivo per traguardi che vanno ben al di là della semplice salvezza. Il bilancio di quattro vinte e quattro perse (50%), che oggi garantisce il centro-classifica, è eccellente. Si può guardare al futuro con il sorriso e senza stress, mentre prima di volare di nuovo con la fantasia servono tempo, pazienza e l’organico al completo. Tutte note positive nel successo contro una matricola che con l’ingaggio del play tricolore Jerome Dyson e il rientro del forte lungo DJ White lascerà rapidamente lo scomodo ultimo posto. Andiamo con ordine: la “faccia tosta” del playmakerino Ihring, capace di segnare due triple nel primo tempo; la ritrovata personalità al tiro di Simas Jasaitis, nuovamente chirurgico nelle esecuzioni; l’ampio e necessario utilizzo di Nika Metreveli, che ha dato energia e coraggio; la lucidità di Nicevic, autore di un 2+1 da clinic nell’ultimo quarto; l’esplosività di Alex Oriakhi, che non ha sbagliato quasi nulla; il dinamismo di Laquintana e l’equilibrio di Basile, comunque autore di un paio di sanguinose palle perse nel finale che hanno lanciato Torino sino al sorpasso. Adesso si può ripartire più fiduciosi che mai. Lunedì, in posticipo, arriva la scudettata Sassari e il “PalaFantozzi” terrà a battesimo la “prima” in Italia senza l’eroe Meo Sacchetti, incredibilmente esonerato da una società che dopo questa decisione è diventata, in questo mondo a spicchi, un po’ meno simpatica.