Federico Guido – Voci di Sport.it (http://www.vocidisport.it/158823-2/)
Nel buon avvio di stagione di Capo d’Orlando, c’è sicuramente lo zampino di un uomo, o meglio, di un giovane, che, in teoria, con l’Italia e la Sicilia in particolare non è che abbia molto a che vedere.
Il ragazzo in questione proviene infatti dall’Ungheria e risponde al nome di Zoltan Perl. Zoltan (nome di origine turca che significa “sovrano”) gioca nel ruolo di guardia (e, all’occorrenza, in quello di ala piccola), ha poco più di 20 anni (è un classe 1995) ed è stato acquistato addirittura già a maggio dalla società di Enzo Sindoni, che lo ha messo sotto contratto per i prossimi due anni.
Né in città (dove dice di aver trovato “persone molto gentili”) né in squadra (“mi trovo molto bene coi compagni”) ha avuto problemi ad integrarsi, nonostante dica di “essere socievole, ma non molto loquace”. Se a questo aggiungiamo che giocare nell’Orlandina Basket, dei cui tifosi ha conosciuto subito il calore e ha già detto a riguardo che vuole che “siano orgogliosi di lui”, e stare nel nostro Paese rappresentano le sue prime esperienze di sempre al di fuori della città e del team in cui è cresciuto, il suo ambientamento non può che risultare ancora più sorprendente.
Zoltan è nato infatti in una piccola cittadina ungherese, poco distante dal confine con l’Austria e dal nome quasi impronunciabile per noi: Szombathely. Conosciuta anche come Savaria, per via della sua origine romana (era la capitale della provincia di Pannonia superiore), questa località, la più antica di tutta l’Ungheria, è nota oggi, non solo per aver dato i natali a San Martino da Tours, ma soprattutto per la locale industria del legno, la Falco.
Proprio grazie al sostegno economico dato da questa e alla passione per la pallacanestro di György Gráczer e István Németh, nel 1980 venne fondata la società Falco Kc Szombathely, dove Zoltan ha fatto tutta la trafila nelle giovanili ed è cresciuto, fino ad esordire in prima squadra nella stagione 2012/2013. Vincitrice del suo unico titolo NBIA (la lega nazionale) nel 2007/2008 e con diverse altre finali giocati sia in campionato che in Coppa d’Ungheria, la Falco si è resa protagonista negli anni precedenti anche di qualche sfuggevole apparizione in Coppa Korac, dove ha battuto anche squadre come Rimini e Beşiktaş nell’annata 1998/1999.
Oggi, oltre a far parte stabilmente delle 14 squadre della massima lega ungherese, è conosciuta anche per la sua partecipazione, a livello continentale, nella Europe Cup (per la quale è stata recentemente anche a Varese, battuta dalla Openjobmetis 94-71) e per avere, secondo l’opinione di molti, un settore giovanile molto solido e ricco di talento. Esattamente da qui è emerso Zoltan, il quale, una volta arrivato tra i grandi, non ci ha messo molto a farsi notare e a prendere il comando del team: dopo l’esordio e le prime 9 partite passate tra prima squadra e selezione under 19 (che ha portato alla vittoria del titolo nazionale under 19 nel 2013), nel 2013/2014 gioca stabilmente coi colleghi più grandi, segnando 11,1 punti e 2,7 rimbalzi di media in 33 presenze.
L’anno successivo, a 19, anni, riceve la fascia di capitano dal suo allenatore (ed ex compagno) László Kálmán, scendendo in campo 36 volte e alzando le sue cifre a 14,7 punti e 3,5 rimbalzi medi: è qui che il nome di Zoltan finisce nei radar di Giuseppe Sindoni, direttore sportivo di Capo d’Orlando, abile e deciso a prenderlo definitivamente e a subito puntare su di lui, prima delle fantastiche prestazioni che il ragazzo mette insieme ai Campionati Europei under 20 con la sua Ungheria. In questa occasione infatti, Perl gioca una competizione a dir poco pazzesca, trascinando la sua nazionale fino alla finale per il terzo posto della divisione B (valevole, insieme ai primi due, per la promozione in divisione A) contro il Montenegro e vincendola realizzando 32 punti in tutto il match (14 nel solo 4° quarto). Il ventenne da Szombathely, alla fine, è così uno dei migliori giocatori del torneo, chiudendo la manifestazione a 25,1 punti di media (1° in questa voce statistica), 4,1 rimbalzi e 3,9 assist e risultando inoltre 1° per percentuale da due punti (63,5%), per canestri da due segnati (8,3 a partita) e per tiri dal campo segnati (9,3) e 2° per liberi segnati (5,6) e falli guadagnati (7,1 a gara).
Di fronte a queste cifre il Ds orlandino, avendo già la firma del giovane ungherese, si frega le mani, consapevole di aver consegnato al suo allenatore un giocatore dal sicuro avvenire. Arrivato in “un club ambizioso” con cui condivide l’obiettivo di “arrivare […] il più in alto possibile”, Zoltan impiega pochissimo tempo per capire la pallacanestro italiana e la Serie A (“campionato con tanti grande squadre”) e per mostrare a tutti le proprie le qualità (velocità, buon tiro, eccellente attaccante 1 vs 1 e in transizione), che ben si adattano al nostro basket e che gli valgono, quasi subito, la promozione in quintetto base.
Dopo un esordio da 12 punti, 5/8 da due, rimbalzi e 15 di valutazione contro Cantù, attualmente il numero 9 di Capo d’Orlando viaggia a 8,4 punti, 4 rimbalzi e 2 assist di media dopo 8 partite, tirando con il 50% sia da 2 punti che da 3 e mostrando una presenza importante nei finali di partita.
È palese dunque come il futuro sia sicuramente dalla parte del giovane ungherese, che ha deciso di crescere gradualmente e, per farlo, ha avuto il coraggio di allontanarsi da casa e dai suoi genitori “che lo hanno aiutato a coltivare questa passione […], lo accompagnavano agli allenamenti e alle gare in Ungheria” e che “adesso sono molto orgogliosi” di lui, emigrando in una nazione cestisticamente più importante, ma di cui non conosceva nulla.
Prima di lui, un altro Zoltan aveva provato l’avventura fuori dai confini magiari: Zoltán Horváth, il quale era sì risuscito a strappare un contratto nel Paok Salonicco, in Grecia, ma giocava poco e pertanto tornò subito in patria, dove, proprio da giocatore della Falco (che poi ha ritirato la sua numero 18), purtroppo perse tragicamente la vita in un incidente d’auto. Oggi invece, tra i giocatori nel giro della nazionale maggiore, solo lui e Adam Hanga (visto ad Avellino la scorsa stagione e ora al Saski Baskonia, ex Tau Vitoria, in Spagna) hanno compiuto e/o hanno avuto la possibilità di fare una scelta simile.
Se dovesse crescere ancora, come ci si aspetta visti i suoi ampi margini di miglioramento, per Zoltan potrebbero addirittura aprirsi le porta dell’NBA. Ad oggi solo un altro ungherese è riuscito a giocare (con non molto successo per la verità) tra i professionisti americani: Kornél Dávid, ala forte che ha girato tra Bulls, Cavs, Raptors e Pistons facendo registrare 5 punti e 2,8 rimbalzi di media in 109 apparizioni (11 dal quintetto base), prima di tornare in Europa e chiudere la sua carriera nel 2008 a Gran Canaria.
Zoltan potrebbe dunque essere il secondo e non è escluso, visto il suo talento, che possa anche togliersi diverse soddisfazioni personali dall’altra parte dell’oceano, ma prima, e per il prossimo anno e mezzo almeno, l’unico mare che il giovane ungherese potrà contemplare sarà solo quello della Sicilia.