Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – Un anno dopo per ripetersi. Non ci sarà solo Meo Sacchetti, per i noti motivi, al Monday night del 30 novembre al “PalaFantozzi” che ripeterà, per filo e per segno, il posticipo Orlandina-Sassari. Le analogie con il match dello scorso anno sono praticamente simili: anche allora lunedì (1 dicembre) per l’impegno della Dinamo di venerdì in Eurolega (come avverrà stasera sul parquet della fortissima Cska Mosca e che segnerà l’esordio di Marco Calvani in panchina), stesso orario (20,30) e, a questo punto, i tifosi paladini non possono che augurarsi il ripetersi del risultato di quella sera di un anno fa. L’Orlandina vinse 72-71 contro i futuri campioni d’Italia e che si erano già aggiudicati la Supercoppa Italiana ed operando una indimenticabile “remuntada”: con i vari Dyson, Logan, Sanders, Brooks e Lawal (lo “starting five” della Dinamo scudettata), Sassari, dopo un match in equilibrio con lievi vantaggi dall’una e dall’altra parte, si portò decisamente avanti nel terzo parziale, anche di dodici lunghezze. Ma con la spinta di Henry, Hunt, del miglior Burgess della stagione ed un irresistibile Freeman nel finale, l’Orlandina operò la clamorosa rimonta. Quella sera fu il delirio al “PalaFantozzi”, per una delle più belle vittorie dei cinque anni nella massima serie di Capo d’Orlando, tanto che i tifosi festeggiarono sino all’alba, in una birreria insieme ai giocatori, come se si fosse vinto un campionato. Così come in tantissimi furono entusiasti quando, sette mesi dopo, Sassari dell’amato Meo conquistò il tricolore. È questo l’unico precedente, in terra siciliana, a livello di gare ufficiali, tra le due isolane. In verità esiste un altro precedente, che finì per cambiare il corso della storia delle due società ma fatto di carta bollata e non di pallone e canestro. Infatti, nel giugno 2009, dopo l’anno sabbatico seguito all’esclusione, il patron Enzo Sindoni aveva fretta di tornare in alto acquisendo un titolo. Sassari, non con l’attuale dirigenza, era sulle soglie del fallimento e le parti erano pronte per firmare con il titolo di Legadue da trasferire da Sassari a Capo d’Orlando. Ma il deciso intervento di Ugo Cappellacci, l’allora presidente della Regione Sardegna, fermò tutto: stanziamento di 500.000 euro (impensabile che una cosa del genere accada in Sicilia in favore di qualsiasi società sportiva) per il salvataggio della gloriosa Dinamo che rappresentava un vanto per l’isola e, da lì, ripartenza con un nuovo progetto e tutto quello che, con Sacchetti, si è vinto in cinque anni: prima promozione in A, una Supercoppa, due Coppe Italia, scudetto, due qualificazioni all’Eurolega. Capo d’Orlando, invece, ripartì dalla C Dilettanti in quel 2009 ma, nel 2014, era già in serie A con due promozioni e altrettanti ripescaggi.