Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
Il momento della verità. È finito il countdown, al termine di una settimana di assoluto silenzio e di allenamenti a porte chiuse. Questa sera la parola, o meglio, la palla, passa al parquet del “Pala Fantozzi” per la penultima gara interna dell’Orlandina del 2015 contro Pesaro (ore 18,15, arbitri Lamonica, Bartoli, Nicolini). Ormai è tutto risaputo: i paladini devono cancellare le quattro sconfitte di fila casalinghe (record negativo in massima serie) e raggiungere la doppia cifra di punti in classifica, dopo avere subito sei battute d’arresto nelle ultime sette gare, che significherebbe arriverà a metà del traguardo: la salvezza (con una retrocessione la quota prevista è 18/20 punti). Pesaro, da parte sua, reduce dal successo contro Venezia, ha certamente bisogno di vincere ma tutto il peso sarà addosso alla Beta-land e ogni componente, dalla società allo staff tecnico, dalla squadra ai tifosi, deve dare il massimo, anche più. Dopo il fenomeno Austin Daye, Pesaro ha inserito nell’organico anche l’ala americana Jevohn Shepherd, a Barcellona lo scorso anno, che aveva iniziato la stagione a Varese. «A noi – ha detto in sede di presentazione il coach di Pesaro Riccardo Paolini – serviva un certo tipo di giocatore: uno che non mangia palloni. Un giocatore di squadra, buon difensore e rimbalzista, nonché un gran lavoratore. Varese non l’ha tenuto? Non so perché, dovreste chiederlo a loro. Noi pensiamo che le sue qualità si sposino con le nostre necessità. Vedremo più avanti se abbiamo fatto la scelta giusta. A Capo d’Orlando sarà un appuntamento importantissimo. Noi ci siamo allenati bene, è stata una buona settimana di lavoro. Sarà uno spartiacque per tutti e due. Non sarà facile ma ce la possiamo giocare. Con Venezia è stata da parte nostra una partita tutto cuore. La vittoria ci ha dato energia e autostima, anche in quelli che avevano giocato meno. Dobbiamo ripetere una partita del genere, dove abbiamo dato il massimo che potevamo esprimere. Daye sta recuperando dal punto di vista fisico. Ricorda molto il padre nei suoi movimenti, evidentemente fanno parte del suo Dna. Ma a parte lui, voglio ricordare che i nostri italiani sono stati bravissimi con Venezia. È per continuare a dare loro spazio in campo che abbiamo preso uno come Shepherd, che per il tipo di giocatore che è (può giocare sia ala piccola che guardia), non limiterà la loro crescita». Sull’attesa della gara di stasera. «Capo d’Orlando sarà molto caricata, prevedo una partita durissima specie in avvio. Dobbiamo riuscire a restare in corsa sino in fondo. Il loro è l’ultimo attacco secondo le statistiche ma io ai numeri non ci credo molto. Puniscono le sviste difensive, la- vorano bene nei mismatch, difendono a uomo e zona 2/3. Sono una squadra molto esperta e anziana, con giovani molto interessanti come Laquintana. Se correremo molto per far pagare loro un po’ di fatica? A noi piace correre sempre, di sicuro – ha concluso Paolini – non ci snaturiamo da soli». Dalla cortina di ferro che ha avvolto la squadra in questa settimana particolare non dovrebbero esserci sorprese nel cilindro di coach Griccioli che si affiderà allo “starting five” formato da Laquintana, Perl, Jasaitis, Bowers e Oriakhi anche se una eventuale crescita delle condizioni di fisiche di Stojanovic non esclude l’impatto dal 1′ per la talentuosa guardia serba, in fin dei conti firmato ed aspettato per fare il titolare. E dalla panchina viene richiesto quel “quid” in più ai senatori Basile e Nicevic, ultimamente un po’ appanati il cui apporto, in questo momento delicato, è fondamentale.