Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – Tiro dai quattro metri di Bramosi corto; rimbalzo di Stojanovic e alle 19,48 scoppia l’apoteosi al “PalaFantozzi”. L’Orlandina torna alla vittoria, e lo fa con grinta, cuore e “animus pugnandi”, doti invocati dal suo allenatore. Batte una Venezia irriconoscibile coni principali terminali offuscati dalla intensità difensiva di una Betaland che dal 25′ in poi ha lottato su ogni pallone spronata da uno Stojanovic semplicemente straordinario in difesa, da Bowers, dal ritrovato Jasaitis e da un Laquintana glaciale, a dispetto dei suoi 20 anni, quando ha realizzato i liberi del successo. Sirisalela classifica: in questo momento l’Orlandina non sarebbe retrocessa: per il morale un aspetto importantissimo. E oggi la società dovrebbe annunciare il tanto atteso rinforzo. Si tratta di un giovane Usa, “combo-guard”, in uscita dalla D-League e al college sino allo scorso anno. È stata, come dimostra il basso punteggio, una partita brutta e, a tratti, inguardabile. Per Capo d’Orlando si stava profilando la settima sconfitta interna di fila, almeno sino a metà terzo quarto, con Venezia spesso avanti in doppia cifra. Ma poi i veneti sono scomparsi come dimostrano le cifre, sbalorditive, delle sue stelle: Mike Green 17% dal campo, Bramos che non ha mai realizzato, lo stesso Owens, dopo un primo tempo dominante, sparito dalla scena. Cronaca. Di Carlo recupera Jasaitis (parte in panca), non ha ancora Nicevic e presenta Basile (nel giorno dei suoi 41 anni, applausi iniziali del pubblico). Venezia sprinta (0-7, tripla di Ress, liberi di Owens e semi gancio dell’ex lungo di Trento), primo canestro paladino in tap in di Oriakhi. A 453″ ancora Owens firma il 2-11, il “Baso” rilancia con la “bomba” del 7-13 e torna Jasaitis che rileva proprio Basile. Penetrazione di Ilievski del -4 a 3′ ma uno 0-5 (Goss sul filo dei 24″ e tripla di Ress) rilancia Venezia che doppia a l’52”: 9-18. Prima sirena 10-20. Il secondo periodo è inguardabile con un parziale di 8-6 (!). Sul punteggio di 18-26 si va al riposo lungo. Venezia rientra dagli spogliatoi più decisa e, sull’asse Goss-Owens (che sbaglia anche due schiaccioni clamorosi), concretizza il 18-30 dopo 2′. Di Carlo prova il doppio play (Ilievski-Laquintana), l’impegno non manca ma non si segna (23 punti dopo 25′). Venezia non gioca bene ma il neo innesto Savovic concretizza i giochi di Green scolasticamente e gli orogranata vanno sul 23-37 (massimo vantaggio), prima di una schiacciata di Jasaitis. Un successivo recupero, con appoggio al volo di Bowers, porta il 31-37. Fallo in attacco di Savovic e giravolta di Jasaitis per il – 4 e ultimi secondi con la penetrazione vincente di Stojanovic che poi stoppa il tiro di Goss sulla sirena: 35-39 al 30′ e gara riaperta. Ultimo periodo con tripla di Nankivil (38-41), che poi appoggia il 40-41 dopo 1′. Jasaitis sganciala tripla del pari a 8′ (43-43). Contropiede di uno scatenato Stojanovic che firma il sorpasso e subisce fallo tra l’entusiasmo generale: 45-43 a 729″. Quarto fallo di Bramos a4’36″e Venezia si affida agli uno contro uno di Goss: a 4’23” 45-47 con 1/2 dell’ex play di Roma. Bowers pareggia raccogliendo da rimbalzo “sporco” ma tripla letale di Goss: 47-50 a 3’30”. Laquintana di forza appoggia il -1 ed altra granata ospite, di Ress (49-53). A 2’39” Laquintana dalla lunetta non fallisce (51-53), Jasaitis manda sul ferro la tripla del sorpasso. Bowers impatta a 53 a l’30”. A 27″ Bowers stoppa Goss in penetrazione, palla Orlandi-na, fallo di Green su penetrazione di Laquintana a 7″: Tommy dalla lunetta fa il pieno (55-53). Time out Venezia, pubblico tutto in piedi sull’ultimo possesso con Goss e Green chiusi, palla a Bramos che tira corto, con rimbalzo di Stojanovic per la gioia generale.
Orlandina-Venezia 55-53
Orlandina: llievski 2 (1/3, 0/1), Perl 3 (0/2, 1/1), Basile 3 (1/3 da tre), Nankivil 7 (2/8, 1/3), Oriakhi 3 (1/5), Laquintana 9 (2/6, 0/1), Stojanovic 4 (2/3, 0/3), Jasaitis 13 (5/8, 1/4), Bowers 11 (5/10, 0/2). N.e.: Giorgio Galipò, Matteo Galipò, Munastra. All: Di Carlo.
Umana Venezia: Green 4 (1/3, 0/3), Goss 14 (5/7, 1/6), Bramos (0/2, 0/2), Ress 9 (3/6 da tre), Owens 11 (4/6), Ruzzier (0/1), Jackson 4 (2/3, 0/1), Viggiano (0/1, 0/5), Tonut (0/1 da tre), Savovic 11 (4/5, 0/3), Ortner(0/2). N.e.: Pettenò. All: Recalcati.
Arbitri: Mattioli, Sardella, Quarta. Parziali: 10-20; 18-26; 35-39. Tiri da due punti: Orl 18/45, Ven 16/30. Tiri da tre punti: Orl 4/18, Ven 4/27. Tiri liberi: Orl 7/11, Ve 9/11. Rimbalzi: Ori 43 (Bowers 10), Ve 33 (Owens 9).
Le pagelle
llievski 6 – Guadagna la sufficienza nella serata decisiva per il suo futuro: 4 assist, altrettanti falli subiti, meglio di altre volte.
Perl 5,5 – Si vede per una tripla, parte nello “startingfive” ma gioca poco meno di 13′. Fuori nella battaglia finale.
Basile 6 – Applausometro al massimo prima della gara per il suo compleanno. Onora il ritorno alla vittoria con una tripla e tanta difesa.
Nankivil 6,5 – Il -2 di valutazione non gli rende giustizia. Primo tempo inguardabile ma è un leone ed un fattore nella ripresa e sui due lati del campo.
Oriakhi 5 – Non era nella serata giusta, forse per un problema fisico. Gioca quasi 20′, nel periodo peggiore. Scende 9 rimbalzi nel dominio di squadra ma resta in panca quando parte la riscossa.
Laquintana 7 – Soffre i raddoppi ma sprizza energia, corsa, volontà e capitalizzai quattro ti ri liberi risultati determinanti con la freddezza di un veterano.
Stojanovic 7,5 – La migliore gara a Capo d’Orlando. Solo 4 punti ma tanta difesa (anche su Goss), recuperi (3), lavoro sporco, grinta. Più che un potenziale campione, un autentico guerriero.
Jasaitis 7,5 – Non è ancora al meglio ma doveva giocare perforza e ritrova la sua classe. Giostra anche da “4” e la difesa di Venezia non lo tiene. Ai 13 punti aggiunge 6 rimbalzi (4 offensivi) ed il suo ritorno è fondamentale. Bowers 7,5 Parte dalla panca, finisce da “5” ma nel pitturato calamita palloni che imbuca anche con strani ma efficaci movimenti. Chiude con la “triple” (11 punti, 10 rimbalzi, 14 di valutazione).
Di Carlo (coach) 7 – Deve lavorare sugli schemi offensivi ma trasmette al gruppo la grinta e la voglia di lottare tanto attesi. Spiazza tutti nelle scelte, allunga la difesa quando è giusto, gioca anche con quintetti bassi ma alla fine ha ragione ed esulta.