Antonio Puglisi – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – Due americani (Bowers e Oriakhi) presi in estate più due americani arrivati in corsa (Nankivil e la tanto invocata guardia Boatright) meno un giovane virgulto (Perl spedito in tribuna). Con maggiore qualità e una efficace distribuzione di minuti e responsabilità, l’equazione è semplice: l’Orlandina ha vinto due partite, tornando in piena corsa per la salvezza. Unico rammarico: se il “piccolo” fosse arrivato un mese e mezzo fa, è probabile che la situazione oggi sarebbe stata molto più rosea. Il recupero di due “pezzi da novanta” come Nicevic e Jasaitis ha quindi completato la torta. Ne è consapevole anche il centro croato, capitano della squadra. «Boatright è appena arrivato e deve ancora conoscerci meglio, mentre Nankivil – dice Sandro Nicevic – si è inserito molto bene ed averlo è importante. Anche in allenamento si è elevata la qualità di gioco e preparazione che senza gli infortunati erano diventate piuttosto basse. La crescita del nostro rendimento in questi due match è dovuta pure al rientro mio e di Jasaftis».
– Cosa ha provato durante l’assenza dal parquet?
.«Ho vissuto male la sosta forzata per l’infortunio perché avvenuta in un momento difficile per la squadra. Abbiamo subito tante sconfitte e non riuscire a fare niente non mi ha fatto stare bene. È brutto convivere con la tristezza delle sconfitte e la consapevolezza di non poter contribuire per cambiare le cose. Adesso sono tornato, sto bene, ma dobbiamo ancora migliorare».
– Inizialmente l’esonero di Griccioli non ha provocato lo “scossone”. Cosa è cambiato adesso?
«Se avessimo giocato le prime due gare della gestione Di Carlo in casa avremmo perso di brutto lo stesso. Dopo la separazione con Griccioli, la squadra era moralmente a pezzi. Non era chiaro dove e come si doveva giocare. È stato questo il compito più importante del coach. Bisognava capire da dove partire e lui è stato bravo. Contro Venezia abbiamo vinto in difesa, ma riusciamo a vincere anche pensando all’attacco come abbiamo dimostrato contro Bologna».
– Non si poteva agire prima sul mercato?
«Si è provato, con il cambio allenatore, a smuovere qualcosa. Ora è arrivato Boatright ma la sua piena integrazione non c’è ancora, anche se ha debuttato segnando tanti punti. Questa squadra, per come è costruita, se ci sono due infortunati soffre e paga un conto salato».
– Avete percepito la preoccupazione di non farcela a raggiungere la salvezza?
«La preoccupazione ha coinvolto pure noi, ma è giunta da fattori esterni, come dal pubblico che giustamente non ci credeva più. A differenza nostra. Infatti dentro lo spogliatoio la conquista della permanenza non è mai stata in discussione».
– Adesso c’è Reggio Emilia, prima della classe.
«Abbiamo giocato due belle partite, portando a casa vittorie straordinarie che hanno permesso di alzare il livello di entusiasmo. Ora dobbiamo affrontare ogni avversario provando a ottenere quanto più è possibile per raggiungere il traguardo. Che per tanti è la salvezza».
– E per Nicevic, invece, qual è l’obiettivo dell’Orlandina?
«Valutando un insieme di fattori, il mio obiettivo sin dall’inizio della stagione era la lotta per entrare nei playoff. Abbiamo cominciato bene, con tre vittorie nelle prime quattro partite, ma poi non abbiamo saputo migliorare e crescere perpoter condurre un progetto più ambizioso. E così sono arrivate troppe sconfitte di fila che ci sono costate una posizione importante in classifica. Invece, con tre vittorie in più potevamo giocarcela anche per l’ingresso nella Final Eight di Coppa Italia».