Fabio Gandini – La provincia di Varese
Verrebbe voglia di parlare del Poz con Peppe Sindoni, solo del Poz. Lui lo considera «un fratello, lo sento almeno tre o quattro volte a settimana» e quando risponde alla domanda che lo riguarda fa vibrare la voce con sincera emozione. L’attualità, però, richiama all’ordine. Chiamare oggi il direttore sportivo dell’Orlandina, figlio del patron Enzo e dirigente più giovane della serie A con i suoi 28 anni, significa trattare un solo e specifico argomento: la lotta per la permanenza in serie A Essa coinvolge una Betaland in ripresa dopo la pesante crisi di metà campionato e una Varese in cerca della forza e della dimensione giuste per non tremare in una battaglia con cui, volente o nolente, ora deve fare i conti.
Qualcosa si è rotto
La lunga vigilia dello scontro del PalaWhirlpool inizia con le parole pronunciate ieri da Paolo Moretti in conferenza stampa: «Affronteremo Capo d’Orlando nel suo momento di forma migliore». È vero, Sindoni? «Mi verrebbe da rispondere dando corda a coach Moretti. Se confrontiamo la situazione attuale con quella di dicembre sembra di mettere a paragone il giorno e la notte. La stagione che stiamo vivendo è stranissima, quasi folle: la squadra ha sempre lavorato con le stesse intensità e dedizione, ora però abbiamo qualche giocatore in più». Follia, già. L’Orlandina guidata da Giulio Griccioli inizia il campionato con tre vittorie su quattro partite, con l’unica sconfitta maturata di un punto a Venezia e sbagliando per tre volte il tiro per sbancare il Taliercio. A quel punto al PalaFantozzi arriva Varese: «E io ero sicuro di perdere – afferma convinto il ds siciliano – perché l’ambiente aveva perso il senso della misura. II giorno della gara con la Openjobmetis un quotidiano locale fece uno speciale di otto pagine: battendola saremmo andati in testa insieme a Milano. Andò in un altro modo e a quel punto qualcosa si ruppe: fummo sconfitti in dieci delle successive undici partite. Montagne russe, no?».
All’andata la vinse Ukic
Quella attuale sembra una fase di salita per la giostra biancoblu: due successi casalinghi di fila e tanta gagliardia al cospetto di Reggio Emilia, pur senza i due punti. Di Carlo in panchina e Boatright in campo le ragioni di una scossa? «Il cambio alla guida tecnica ha aiutato – continua Sindoni – Griccioli aveva perso il manico e la scelta che il club ha fatto puntando su Di Carlo è sembrata quasi incosciente. Oggi, a un mese di distanza, sono contentissimo di averla presa, perché l’avvicendamento ha influito molto positivamente sulle dinamiche del gruppo. Boatright ha portato effervescenza e brio ed è stata un’aggiunta di qualità, ma è il complesso degli altri giocatori a rispondere bene adesso». L’analisi di Sindoni sulla sfida di domani è tutta da ascoltare: «All’andata la vinse Ukic con qualche cammeo dei compagni, oggi avremo di fronte una formazione molto diversa, che non sembra in un periodo di grande fiducia. Chris Wright può dare quello che manca, ma penso che l’aspetto fondamentale sia legato all’approccio: è uno scontro salvezza, inutile girarci intorno, e l’auspicio è che la mia squadra sia più sul pezzo rispetto a Varese. Infondo rimanere in serie A, per noi, è un ottimo risultato». Chissà se anche il Poz cercherà qualche streaming su internet domani sera da Zagabria: al Palawhirlpool si scontreranno le due squadre del suo cuore: «Ho capito la sua scelta di venire a Varese e ho condiviso anche quella di andare in Croazia -conclude il giovane dirigente -Parliamo di una persona di grandissima intelligenza e sottovalutata umiltà, qualità che non potranno che essere completate da un’esperienza che gli sta facendo vedere la pallacanestro da un altro punto di vista».