«Innanzitutto chiedo scusa ai tifosi di Varese che probabilmente hanno creduto che il mio agire fosse rivolto a loro, con le mie azioni tentavo semplicemente di spronare i miei ragazzi. Ci capita troppo spesso di perdere la bussola pensando al risultato, è proprio quando dovremmo giocare con più serenità che iniziamo a perdere colpi. È chiaro che c’è da lavorare soprattutto su quest’aspetto. Poi volevo chiedere scusa a coach Moretti, che non ho salutato alla fine della gara, ma non per mancanza di rispetto o per ineducazione, bensì perché il mio entusiasmo era tantissimo, ero quasi commosso, e ho preferito uscire dalla porta accanto la nostra panchina. Detto questo dico che la gara era molto delicata per entrambe le formazioni, una partita in cui la tensione era tanta, forse troppa. I due punti in palio erano un bottino che nessuno voleva perdere, per noi significavano tantissimo. Credo che per come abbiamo condotto il match nei tre quarti di partita in cui siamo stati in vantaggio, abbiamo meritato la vittoria. Nell’ultima frazione abbiamo sofferto il rientro di Varese, ma tutto sommato nel computo totale del match credo che abbiamo meritato di portarla a casa e siamo veramente contenti. Per noi è un campionato che per quello che ci riguarda continua a essere veramente difficile, la salvezza sarà una battaglia fino all’ultima giornata. Bisognerà tenere i nervi saldi e frasi trovare sempre sul pezzo perché la lotta per la salvezza sarà molto agguerrita. In casa dovremo essere più cattivi ad esempio, non possiamo sbagliare. Capo d’Orlando ha un grande pubblico che capisce l’importanza della cosa. Per diversi minuti abbiamo avuto paura di vincere. Poi, a differenza della settimana scorsa a Reggio Emilia, gli episodi ci hanno favorito e quindi alla fine siamo stati noi a esultare».