Ventiquattresima puntata di “Pick’n’Pop”, trasmissione radiofonica di Radio Caserta Nuova (Frequenza 100.0 a Caserta; in streaming su radiocasertanuova.com; podcast ogni giovedì sulla pagina ufficiale Facebook) di pallacanestro e musica condotta da Alessandro Aita e Ruben Romitelli, in onda ogni mercoledì dalle 19 alle 20.30. Nella puntata del 24 febbraio è intervenuto in trasmissione l’allenatore della Betaland Capo d’Orlando Gennaro Di Carlo.
Ne hai fatta di strada da quando hai iniziato a Caserta.
Comincio a realizzare quanto tempo è passato da quando iniziai nelle giovanili casertane, di quando partecipavo alle 24 ore di basket al campo del Lourdes. Quella di quest’anno è un’occasione importante e cercherò di sfruttarla al massimo possibile. Si tratta di diventare un allenatore di livello, cosa che ho sempre sognato sin da ragazzo, onestamente è una opportunità bellissima. Farò di tutto per sfruttare l’occasione al massimo e per restare in questa serie. A 42 anni non capita a tutti di allenare in A1; ho avuto esperienze passate come l’A2, la femminile, ma la massima serie ha un fascino magico. Ricordo quando la vedevo dagli spalti del Palamaggiò e poi in campo, quando spiavo gli allenatori che arrivavano, come si muovevano. Quando un sogno così si realizza cerchi di non farlo scappare.
Intanto sono arrivate tre vittorie nelle ultime quattro gare.
La lotta salvezza è molto delicata. L’equilibrio è sovrano, molte squadre si sono rinforzate. La classifica ora ci sorride, abbiamo recuperato il gap, ma con 10 giornate a disposizione mi immagino possa succedere di tutto. Non si può abbassare la guardia, bisognerà tenere a mente che le squadre nella nostra situazione hanno giocatori di pari valore al nostro, potremo tirare un sospiro di sollievo soltanto quando la matematica dirà che Capo d’Orlando è salva. Ad oggi non possiamo permetterci di rilassarci, dovremo restare con il coltello fra i denti.
Ryan Boatright è stato decisivo nel cambiamento della Betaland. Ti aspettavi già un giocatore determinante?
Quando arriva un americano in corsa non sai mai se si potrà inserire subito nel contesto o se ci metterà un po’ prima di ambientarsi. Nel nostro caso siamo stati molto fortunati, parliamo di un giocatore molto forte e con delle qualità umane molto importanti; arriva in un mondo diverso da dove è cresciuto, in cui non ha ancora fatto molta strada. Nonostante venga qui con l’etichetta di giocatore con il grande futuro si è calato perfettamente nel ruolo, facendo anche cose che non gli erano state mai richieste nella sua finora breve carriera.
Il rapporto con Gianluca Basile.
Parliamo di un’icona, per quello che ha fatto nella sua carriera. Quando racconti ciò che ha fatto agli altri ragazzi quello che ha fatto è ovvio che si pongano con rispetto. Dall’altra parte Baso è un ragazzo talmente per bene che non mette in difficoltà gli altri con il suo blasone, è una persona che sa parlare bene e sa farsi voler bene dagli altri, creando questa chimica tale che quando parla lui il senso delle sue parole viene amplificato.
Il Baso si lamentò del gioco espresso in Italia, dicendo che ‘non si divertiva più’.
Viene da un basket diverso, fatto di gioco di squadra, che cozza con quello americano fatto di isolamenti. Nel nostro caso bisogna essere bravi a mediare fra i due modi di pensare. Boatright è capace di accettare il gioco all’europea e non snaturarsi, così facendo mettiamo tutti in condizioni di essere pericolosi.
Quale credi che sia il difetto della tua squadra?
Penso che sia la continuità di risultati e la fiducia dei nostri mezzi. Non siamo una squadra da prime quattro in Italia, ma non siamo nemmeno quelli che perdono dieci di undici partite. Non è stato facile uscire dalla situazione complicata in cui ci eravamo ficcati, abbiamo ricominciato a vincere, per poi rimetterci con un buon ruolino di marcia. Il prossimo step è creare continuità, dopo questo lavoro potremo conquistare la salvezza con questa squadra.
Chi toglieresti alla juve?
Sicuramente Siva. È un giocatore straordinario, che spacca in due le partite. Noi ce ne rendemmo conto all’andata, dove avevamo dominato la gara per tre quarti sul profilo del ritmo. Quando il play bianconero si è messo a giocare ha stravolto la partita lasciandoci attoniti. Ma anche rivedendo le altre partite ci siamo accorti di quello di cui è capace, quindi siamo consapevoli che il numero 3 è il giocatore migliore a disposizione di Dell’Agnello.