Un ufficio biancazzurro, il basket nelle vene, un PC dalla quale visiona talenti di tutto il mondo e tanti appunti sul tavolo. Il mondo di Peppe Sindoni è così grande che forse una semplice scrivania non basta, ma in quel PC c’è il presente ed il futuro della Betaland Capo d’Orlando. Ed un progetto sui giovani iniziato da poco ma con delle basi già solide.
Peppe, eccoci qui dopo due terzi di stagione. Come reputi questi sei mesi di attività giovanile?
«Credo che il bilancio sia positivo. Suddividiamo il settore giovanile in due livelli, e penso che fino all’Under 16 sia ancora un basket dedicato allo sviluppo delle capacità individuali. Con le selezioni Under 13 e Under 15 valutiamo i miglioramenti fatti da ragazzi provenienti da Capo d’Orlando o zone limitrofe. Come società siamo contenti del lavoro dei coach Silva e Marchica. L’Under 16, con l’innesto di un solo giocatore, sta facendo bene e anche qui ci sono atleti al terzo/quarto anno all’interno delle nostre giovanili che stanno crescendo, e pur non qualificandosi alla seconda fase del torneo di Eccellenza hanno comunque la possibilità di chiudere al primo posto nella seconda fase regionale. L’Under 18 è la squadra che oggi sta facendo meglio a livello di risultati, ma è anche la squadra che beneficia di più di giocatori reclutati da fuori. Quindi sono molto felice di come i ragazzi si stanno migliorando sia a livello di educazione cestistica che di adattamento a una situazione di professionismo sportivo. Hanno da poco iniziato la seconda fase con una vittoria e credo che la squadra di coach Sussi potrà dire la sua. Inoltre nel campionato di Serie D la Nuova Agatirno ha ancora la possibilità di raggiungere i playoff».
Come hai appena detto, l’Under 18 ha iniziato da poco la seconda fase. Soddisfatto dei progressi?
«Moltissimo! È un gruppo che ha fatto un percorso molto lungo, con tanti innesti, e ci voleva del tempo per conoscersi e amalgamarsi. Ci sono ragazzi che non erano abituati a questa metodologia di lavoro, e adattarsi ad un gruppo nuovo non è semplice. Il cammino è stato tortuoso e ad inizio stagione si sono alternate buone prestazioni ad altre meno convincenti. Successivamente con l’ingresso di Ihring il tasso tecnico si è elevato, ed anche la chimica di squadra ha beneficiato dagli allenamenti giornalieri. La prima fase si è conclusa bene, penso che nella seconda si potrà provare a chiudere in uno dei primi due posti, che permettono di giocare gli spareggi per le finali nazionali».
Il progetto a lunga scadenza della prima squadra ha piantato le basi nelle selezioni giovanili della Betaland. Continuerà anche nelle prossime stagioni?
«Certamente. La sinergia con la Nuova Agatirno, la nostra società gemella che gioca la Serie D, e che speriamo possa partecipare al campionato di C Silver l’anno prossimo, ci permette di avere sbocchi importanti per lo sviluppo delle capacità dei nostri ragazzi. Il prossimo anno, inoltre, si amplierà a livello numerico la Foresteria, che potrà contare su 10 posti letto. Per noi è un piccolo traguardo perché ci consente di aggiungere tasselli importanti per la crescita della società e degli atleti, consentendoci di aggregare ragazzi interessanti che possano crescere con noi e inoltre di avere più allenatori e preparatori fisici. Vogliamo migliorare sempre più, perché crediamo molto in questo nostro progetto».
A 40’ dalla fine della Regular Season di Serie D, la Nuova Agatirno, con uno “spareggio” playoff da giocare, ha messo sotto contratto Bryant Piantini. Come motivi questa scelta?
«Da quando gestiamo l’Agatirno come nostra squadra satellite non si era mai avuto un tesserato senior. Riteniamo però importante poter partecipare al prossimo campionato di C Silver, perché crediamo possa essere un banco di prova più rilevante di un campionato di Serie D. Così abbiamo sfruttato l’occasione del mercato ancora aperto, e con una giornata da giocare oltre agli eventuali playoff, abbiamo constatato che nel reparto lunghi c’era la necessità di un aggiunta, e qualora dovesse andare bene la partita contro l’Eagles Palermo avremo un tassello di maggiore esperienza come Piantini che potrà aiutare i ragazzi. Credo che la formula dei playoff, con gare di andata e ritorno dove non sei obbligato a vincere in trasferta, possa giocare a nostro vantaggio. Abbiamo le nostre chance, ed è giusto che i ragazzi le colgano».
Da Direttore Sportivo della Betaland Capo d’Orlando, quanti giocatori delle rappresentative giovanili immagini in Prima Squadra?
«(Ride, ndr) Non è facile raggiungere la prima squadra. Se consideriamo Ihring a tutti gli effetti un elemento delle giovanili, entro due anni farà certamente parte della Prima Squadra. Ci sono tanti altri ragazzi che stanno lavorando per diventare giocatori professionisti e quindi speriamo che alcuni di loro possano diventare giocatori di Serie A. Il livello così alto della prima squadra però non ci deve trarre in inganno: per un settore giovanile nuovo ed ancora in crescita come il nostro creare giocatori di Serie A2 o di Serie B sarebbe comunque un vanto e un grande traguardo raggiunto. Crediamo fortemente però in questo progetto e nei nostri ragazzi».
Ufficio Stampa Betaland Capo d’Orlando