Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO Un’occasione sprecata e non tutto può dipendere da Boatright. L’Orlandina manca il blitz al “PalaRadi” dopo avere anche dominato a tratti e, comunque, tenendo sempre la testa avanti sino a 2″ dalla fine. Nel convulso finale, una volta limitato McGee che aveva vinto la sfida diretta, da buon ex, con il folletto dell’Illinois, Pancotto ha alzato l’intensità difensiva e, soprattutto, Cremona ha trovato i piazzati, di classe e con un pizzico di fortuna allo stesso tempo, di Dragovic e dell’esordiente Starks. E così la Vanoli ha potuto mantenere la posizione, aggiudicarsi una gara complicata mentre l’Orlandina ha sprecato l’ultimo possesso dovendo giocare meglio il pallone sulla rimessa. Tagliato fuori Boatright, la difesa di casa si è chiusa a riccio nel perimetro: per allargarla sarebbe bastato inserire Basile che, invece, è stato lasciato fuori e l’uno-due Jasaitis-Nicevic non ha avuto successo con il capitano costretto a tirare da lontano con la palla uscita dopo avere danzato sui due ferri. Tornando al “Baso” resta qualche dubbio: perché è stato utilizzato solo 5′ dove, tra l’altro, ha realizzato altrettanti punti? Perché non è stato inserito almeno nel finale, come domenica l’altra contro Caserta, potendo difendere forte su uno degli esterni con la mano precisa di Cremona? Ed è risultata negativa la prestazione dei due play, anche questo un motivo che ha permesso a Cremona, seppur senza fare grandi cose e priva del faro Luca Vitali, di ritornare in partita al momento giusto. Imbarazzante la prova sia di Vlado Ilievski (22′, 0 punti con una tripla tentata, appena 1 assist che è la sua specialità) e di un Tommaso Laquintana ultimamente in calo (15′, 0 punti, 1 assist), accoppiati alla serata poco felice di Jasaitis (4 punti, appena tre tiri) che, certo, tra le mani non ha tanti palloni dopo l’arrivo di Boatright. E qualcosa va detta sulla gestione della penultima azione con il folletto americano che non è riuscito a costruirsi un tiro degno di tale nome. L’aspetto positivo di una trasferta che poteva finire in trionfo è che l’Orlandina c’è, è viva e presente, ha sfiorato l’impresa su un campo difficile e sta confermando di attraversare un ottimo periodo di forma fisica e mentale. Fibrillazione per i tifosi della Betaland al termine della gara visto che Torino ha seriamente rischiato di rovinare la festa a Milano per gli 80 anni dalla fondazione e solo all’overtime la capolista l’ha spuntata. Il che conferma che Torino non ha certamente gettato le armi, anzi, è pronta a lottare, a otto gare dalla fine, per centrare la salvezza. E se Capo d’Orlando tiene le distanze dai gialli di coach Vitucci (+4), diventa praticamente lo scontro diretto di domenica al “PalaFantozzi”, vista la situazione, la partita più importante di tutta la stagione. Vincendo l’Orlandina andrebbe a +6 e con il 2-0 a favore negli scontri diretti, a sette turni dalla conclusione, metterebbe le mani sulla salvezza. Perdendo, invece, la situazione si complicherebbe alla luce anche del difficile calendario che attende i paladini anche nelle future gare casalinghe (Milano, Trento, Pistoia). L’attesa, a Capo d’Orlando, è già alle stelle. Un match point che in casa Betaland nessuno vuole fallire, anche per questo occorre il grande apporto del PalaFantozzi che mai come in questa occasione deve dimostrarsi l’uomo in più dei paladini per la sfida più importante dell’anno.