Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – Parola d’ordine: vincere. L’Orlandina vive con grande tensione e la necessaria concentrazione la vigilia di una sfida che, domani, può decidere le sorti della stagione, ponendo le basi per la strepitosa salvezza anticipata. Al “PalaFantozzi” arriva Torino, ultima in classifica, già battuta all’andata e con un distacco dai paladini di 4 lunghezze. «Siamo dove volevamo essere a inizio stagione – ha detto Gianluca Basile – e cioè alla vigilia di uno scontro diretto da poter disputare in casa. Ci sono tutti i presupposti per fare bene. Sicuramente sarà una partita dura, loro sono quasi all’ultima spiaggia perché perdendo contro di noi rischiano seriamente di retrocedere, quindi per Torino sarà la partita della vita come del resto dovrà essere per noi. Infatti se dovessimo perdere, ci metteremmo in una brutta situazione che non sto qui a spiegare. Sarebbe come fare un brutto passo indietro e la situazione si complicherebbe anche alla luce del nostro calendario. Siamo reduci, entrambe, da due brutte sconfitte, perché giunte dopo belle prestazioni, sfiorando la vittoria: noi a Cremona, loro a Milano dove erano avanti di sei punti a poco più di 2′ dalla fine. Ma domenica sarà una partita ben differente e con tanta pressione addosso». – Quanto conterà la tua esperienza e quella di Ilievski e del capitano Nicevic? «Innanzitutto è importante stare bene fisicamente per pressare, difendere, prendere rimbalzi, fare canestro. In sfide come questa deve giocare chi effettivamente sta bene. Per noi è come una finale, con l’obiettivo della salvezza in palio. Sarebbe da stupidi pensare che sia facile, conosciamo l’importanza e le insidie e l’appoggio del pubblico sarà importantissimo». Simile l’analisi di Gennaro Di Carlo. «Otto settimane fa – ha esordito il tecnico – credo che ognuno di noi avrebbe sognato di trovarsi in questa situazione di classifica, con quattro punti di vantaggio sull’ultima e con la possibilità di giocare in casa lo scontro diretto. Siamo tutti concentrati affinchè domenica, alle 20, il nostro margine possa salire a sei lunghezze, con il prezioso 2-0 nei confronti della formazione piemontese. Vorrebbe dire mettere un piede sul traguardo. Basile ha parlato di finale sia per noi che per loro. Io la definisco una partita sui gèneris, nel senso che sarà fondamentale il nostro approccio. E chissà quanta insicurezza ci sarebbe stata in noi se i ruoli in graduatoria fossero stati invertiti. Dobbiamo essere decisi, determinati, aggressivi, senza lasciare scampo a Torino». – Il pubblico può fare la differenza come è già avvenuto nelle vittorie su Venezia, Virtus Bologna e Caserta. «Certamente. Non metto in dubbio il grande calore degli orlandini, ma stavolta anche loro dovranno raddoppiare gli sforzi, come spetterà a noi sul parquet. Si può decidere un’intera stagione e sarà una battaglia all’ultimo sangue. A Cremona la squadra ha espresso un buon livello di gioco, ma la sconfitta ci ha fatto comprendere che dobbiamo lavorare su alcuni aspetti, come è avvenuto in settimana. Mi aspetto quindi di vedere all’opera una squadra che giochi meglio rispetto al “PalaRadi” e che abbia l’istinto del killer, che purtroppo è venuto meno a Cremona o, in precedenza, a Reggio Emilia». -Boatright continuerà a essere un sesto uomo di lusso, partendo sempre dalla panchina? «In linea di massimo penso di sì, anche se fino all’ultimo le situazioni possono cambiare, valutando tutte le opzioni che offre il nostro profondo roster».