Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO Il countdown è finito. La lunga settimana si esaurisce con l’appuntamento più importante della stagione e con la sfida che può decidere il discorso salvezza: Orlandina-Torino. Questa sera (“Pala Fantozzi”, ore 18,15), in palio c’è una buona fetta di Serie A e se i paladini hanno l’occasione di poter chiudere i conti, i piemontesi hanno l’obbligo di vincere per non attardarsi ulteriormente -quando poi mancheranno sette giornate alla conclusione della regular season – dal trio che, a 16 punti, è distante quattro lunghezze: Capo d’Orlando, Virtus Bologna, Pesaro. Da parte sua l’Orlandina può mettere in ghiaccio la permanenza potendo contare sulla vittoria conseguita all’andata e, andando sul 2-0 a favore negli scontri diretti, certamente tutto sarà più facile, tanto che una sola vittoria può bastare sino alla fine. Le duellanti di stasera sono reduci da due belle gare, giocate oltre il meglio delle loro possibilità e che solo gli episodi finali non ha consentito loro di vincere: Capo d’Orlando a Cremona e Torino al “Forum” di Assago dove ha ceduto alla capolista Milano solo all’over-time. Frank Vitucci, guardando alla partita, ha parlato, in sede di presentazione, esclusivamente di determinazione : «Dovremo entrare in campo con gli occhi della tigre – ha detto il Il tecnico di Torino Frank Vitucci: «L’arrivo di Boatright ha cambiato il volto dei paladini» coach di Torino – per cercare di tornare a far punti e muovere la classifica. Lo faremo cercando di trasferire sul parquet l’ennesima frustrazione per il mancato risultato di Milano. È una partita di grande importanza, anche in ragione degli ultimi sviluppi di classifica. In questa seconda parte del girone di ritorno avremo diversi scontri diretti e non possiamo fallirli. Quello di Capo d’Orlando entra nel novero di questi confronti da giocare con l’atteggiamento vincente. Ci siamo allenati bene in settimana e la speranza è di riuscire a tradurre quanto fatto sul campo di gara». Vitucci come definisce l’Orlandina? «Temibile, soprattutto in casa, dove ha costruito nell’ultima parte del campionato le sue fortune. L’innesto di Boatright ha cambiato volto al roster, un po’ come fatto da Daye per Pesaro. Due arrivi – ha concluso Vitucci – che hanno spostato gli equilibri pre-esistenti». È vero che pure Torino, rispetto all’andata, ha cambiato molto, e non solo il timone della panchina (Vitucci per Bechi) . L’asse play-centro risulterà certamente determinante perché due elementi potenzialmente da Eurolega come Dyson (14.1 punti, 3.2 assist in dieci gare) e DJ. White (18.2 punti e 8.7 rimbalzi), con oltre 150 partite in Nba, possono fare pentole e coperchi da soli. Se il campionato iniziasse adesso Torino, con questo organico, sarebbe candidata per i pla-yoff. Prova ne sia l’esperienza di Mancinelli, Giachetti e Rosselli, l’atletismo dell’ex Sassari Eyenga, i numeri di un Miller a corrente alternata ma capace di produrre grandi cose se in giornata, la potenza fisica di Ebi.