Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – Il derby del presidente Enzo Sindoni, nato a Maracay (Venezuela) ma milanese d’adozione. È l’uomo che ha portato due volte l’Orlandina dalla Serie C alla A e, certamente, la grande sfida di domenica, per la quale continua la prevendita, non sarà una gara come tutte le altre per lui. «Sono chiaramente soddisfatto – risponde Sindoni – della nostra vittoria a Brindisi e del cammino del girone di ritorno dove abbiamo vinto 6 partite su 10 giocando solo quattro volte in casa. Un girone di ritorno da primissima fascia, credo che, nelle dieci gare della fase discendente, siamo al terzo o quarto posto. Contentissimo, ma lo sarò ancora di più quando l’obiettivo salvezza che è vicino sarà centrato. Quindi soddisfatti e felici ma restiamo concentrati». Ha avuto mai dubbi nel periodo nero, in quei due mesi solo con sconfitte e l’unica vittoria a Torino? «Ho sempre creduto in questo gruppo e lo abbiamo dimostrato con la scelta, al momento dell’esonero di Giulio Griccioli, dando fiducia ad un tecnico che era già dentro quale Gennaro Di Carlo. Abbiamo confermato lo stesso gruppo di giocatori, Metreveli ha scelto, per ragioni contrattuali più che legittime, di andare a Caserta ed abbiamo avuto la possibilità di aggregare Nankivil, sicuramente un ottimo giocatore. E poi con l’arrivo di Boatright abbiamo chiuso il cerchio. Ma la riscossa, la rinascita, la ripartenza, prendono piede dal gruppo con il quale abbiamo iniziato la stagione». Copertina della settimana dedicata a Perl, un giocatore ritrovato e sul quale ponete sempre fiducia. «Zoltan è già sotto contratto anche per il prossimo anno e ha saputo interpretare nel migliore dei modi il fatto che fosse stato fuori dai dodici, per motivi di regolamenti, per alcune settimane. Vorrei dire che il canestro decisivo a Brindisi è la terza partita timbrata dalla guardia ungherese, grande merito a lui di non avere mai mollato, di non essersi lasciato abbattere dal necessario turn over. Alla fine, se c’è un dio della palla a spicchi, sabato sera lo ha ben guardato, permettendogli di avere tra le mani un pallone magari facile ma quanto mai importantissimo e che è valso la vittoria». E domenica c’è il suo derby… Orlandina-Milano, per lei una gara particolare. «Certamente, non posso dire che sia una partita uguale alle altre. Intanto c’è l’onore di giocare per la quinta volta, a Capo d’Orlando, contro l’Olimpia, un orgoglio per tutti. Per me è sempre una emozione: la squadra che ho nel cuore, con la quale è nata la mia passione per il basket, che seguivo anche in trasferta, quando potevo. L’Olimpia è stata ed è una parte importante della mia vita sportiva. Loro sono, comunque, un nostro avversario, forse inarrivabile, come organico tecnicamente lo ritengo quello più forte e profondo, rispetto ai quattro precedenti. E, non da ultimo, ci sarà la possibilità, credo, divedere giocare al “Pala Fantozzi” per l’ultima volta Alessandro Gentile, visto che sono convinto che, in estate, attraverserà l’Atlantico per andare a giocare nella Nba. Quindi una gara affascinante e difficile, magari complicata, ma spero che la mia Orlandina se la giochi al meglio possibile. Abbiamo, su nove confronti generali, un parziale di due vittorie nostre e sette loro. Non c’è il due senza il tre? Mi piacerebbe rispettare questo detto domenica e coronare l’obiettivo salvezza. Quando l’arbitro alza la palla per me l’agonismo è tutto, vivrò e vivremo con i nostri tifosi la tensione di una partita difficilissima ma affascinante e, comunque è un onore ospitare l’Olimpia nell’anno del suo ottantesimo dalla fondazione». Amichevole Ieri intanto proficuo test per l’Orlandina che al PalaFantozzi ha giocato in amichevole con la Viola. È finita in parità (62-62).