PESARO – Spento in volto coach Gennaro Di Carlo, a fine gara. Era questa, infatti, la prima occasione che poteva sancire l’aritmetica salvezza della Betaland Capo d’Orlando e forse lasciare qualche speranza ai tifosi orlandini che sognavano l’accesso ai playoff. «I complimenti sono doverosi per Pesaro – esordisce l’allenatore casertano -. Ha avuto grande merito per non aver mollato mai, anche quando sembrava che la gara andasse in una direzione favorevole a noi. Per quanto ci riguarda l’errore è stato quello di staccare la spina nel terzo quarto, permettendo a Pesaro di rientrare in partita e di cominciare a credere nella possibilità concreta di vincere. Stasera abbiamo fatto e disfatto tutto noi, poi alla fine purtroppo gli episodi hanno girato dalla loro parte, può capitare – ha detto l’allenatore della Betaland, a fine incontro – . È stata una gara combattuta che chiunque avesse vinto l’avrebbe fatto meritando. Questa volta è toccata a Pesaro. Su Boatright la difesa di Pesaro è stata molto efficace, la staffetta predisposta per lui ha funzionato. Abbiamo impiegato troppo tempo per prendere le contromisure alla loro difesa e trovare delle buone alternative. Quando abbiamo capito come fare, era troppo tardi. Sono arrabbiato perché penso che questa era una partita che potevamo far nostra senza che nessuno gridasse allo scandalo – prosegue Di Carlo -. Siamo venuti con l’intento preciso di far penare molto Pesaro per non permettere loro di scatenare il talento dei suoi giocatori. In questa stagione ci sono compagini che in estate erano candidate a fare un campionato di tutt’altro livello, ad esempio Trento, Venezia, Sassari o Brindisi. Questa loro alternanza di risultati ha creato un livellamento rendendo il campionato piacevole. E si comincia anche a intravedere una buona pallacanestro in Italia – rilancia il coach – . Nella preparazione della partita volevamo abbassare il ritmo del gioco e, noi quanto anche loro, abbiamo provato a vincerla con la difesa. Titoli nazionali, coppe europee, singole partite, se non difendi non vinci. La partita che ha segnato la nostra svolta è finita 55-53 (con Venezia, ndr) – conclude Di Carlo – ma in quell’occasione non avevamo altra alternativa. Se è vero che l’attacco fa vendere i biglietti, la difesa è l’elemento che ti fa vincere le partite».