Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sus
CAPO D’ORLANDO – Sconfitta indolore e inizia il countdown verso la partita-salvezza. Dopo avere vinto a Brindisi e battuto Milano, poteva starci la sconfitta per l’Orlandina che non riesce a sfatare il tabu-Pesaro: sei partite in Serie A e sei sconfìtte tra casa e fuori casa. Ma era soprattutto la Victoria Libertas a dover vincere, visto che così ha agganciato i paladini a 22 punti, portandosi avanti per il 2-0 a favore negli scontri diretti. Una gara dove Boatright si è comunque esaltato da oltre l’arco (6/9) ma non c’è stato l’apporto del miglior Jasaitis (1/8 da tre) con i lunghi in cattiva serata, ad eccezione di Oriakhi che ha fatto pentole e coperchi, non supportato da una delle serate peggiori di Nicevic nei tre anni in biancazzurro. Un po’ di perplessità per alcune decisioni della panchina: per esempio quella di cambiare tutto il quintetto alla fine del primo quarto e qualcosa, a livello di cambi, poteva essere cambiata prima. Ma la sconfitta dell’Adriatic Arena è stata subito digerita con i risultati dagli altri campi: dietro l’Orlandina restano Cantù (ko a Trento), Caserta (battuta in casa da Reggio Emilia), Virtus Bologna (superata a Pistoia) a -2 e, soprattutto, Torino, che ha subito 112 punti a Sassari, a -4. Mancano tre giornate alla conclusione della regular season e non c’è neanche bisogno di fare calcoli e tabelle. Infatti domenica, nel ritorno a casa per affrontare la temibile Aquila Trento, vincendo l’Orlandina otterrà la matematica salvezza, con 80′ di anticipo, la quinta su altrettante stagioni in Serie A e indipendentemente dai risultati provenienti dagli altri campi. Ecco che, da oggi, inizia la settimana dell’attesa tra i tifosi e in tutto l’ambiente. Nel mezzo, giovedì sera, ci sarà la cena sociale annuale al ritrovo “Il Circoletto” dove la società ha invitato staff tecnico, giocatori, sponsor e rappresentanti della stampa. Un modo come un altro, come dice il presidente Enzo Sindoni che oggi tornerà da un viaggio di lavoro all’estero, per stare tutti uniti verso l’obiettivo ormai vicinissimo. I precedenti parlano di un’Orlandina che ha raggiunto la salvezza non sempre in anticipo nel suo lustro nella massima serie. Nei tre primi anni il campionato era a 18 squadre e non a 16, quindi con 34 giornate e non 30. Nel 2005/2006 l’Orlandina ottenne la permanenza matematica alla penultima giornata battendo in casa Reggio Emilia dell’ex Mclntyre al “PalaFantozzi”: l’inatteso scivolone interno di Avellino contro Biella, liberò l’urlo in gola e quella notte, era l’11 maggio 2006, a Capo d’Orlando ci fu festa sino all’alba come per la promozione l’anno prima. Nel 2007 la matematica arrivò all’ultima giornata battendo, nello scontro diretto al “PalaFantozzi”, ancora Reggio Emilia che retrocesse. Nel 2008, invece, la salvezza venne centrata praticamente a metà del girone di ritorno con la Pierrel giunta sesta e qualificata ai playoff. Nella scorsa stagione, con il torneo intanto tornato a 16 squadre come adesso, ancora in casa, seppur sul campo neutro di Trapani per la squalifica del “PalaFantozzi”, il successo su Brindisi, con canestro decisivo della guardia McGee, adesso a Cremona, fece arrivare la permanenza aritmetica con quattro giornate d’anticipo.