Claudio Argiri – Giornale di Sicilia
La Betaland più forte degli infortuni in serie che in questa ultima fase della stagione l’hanno nuovamente bersagliata come e più dell’avvio di campionato, perchè regalare ad un avversario tosto, in palla e da sempre scorbutico per i paladini, gente del calibro di Stojanovic, Boatright e Jasaitis, ed arrivare ad un secondo dal meritato trionfo, poi sfuggito, significa avere qualità tecniche e caratteriali da vendere. Non fosse arrivata comunque la certezza della salvezza con due turni di anticipo sarebbe stato difficile digerire i colpi inferti dalla malasorte e dai rivali di turno, capaci di confermarsi bestia nera e di infliggere il primo ko del 2016 all’impianto paladino dopo 5 vittorie, costato pure 500 euro di ammenda per offese collettive sporadiche del pubblico agli arbitri. «Il mio stato d’animo è combattuto – conferma coach Gennaro Di Carlo – perché da un lato c’è l’arrabbiatura per la sconfitta subita all’ultimo tiro, con quell’ultimo rimbalzo conquistato da Wright, nonostante abbiamo la consapevolezza di aver fatto una partita importante. È chiaro che lo stato d’animo non è al massimo, perché dopo una sconfitta non si può essere sereni, ma ci siamo salvati e questa è un’impresa che solo tre mesi fa sembrava inspera- ta. Abbiamo concesso troppi rimbalzi in attacco a Trento negli ultimi due quarti, abbiamo un pò mollato non evitandogli di sfruttare al meglio questo loro fondamentale in cui sono fra i migliori del campionato. Complimenti a Trento che hafatto una signora partita, nonostante pure loro fossero rimaneggiati quasi come noi. Abbiamo giocato un buon basket, segnando ottanta punti, quindi si può anche essere un pò soddisfatti. Eravamo a 90 centesimi di secondo dal successo, vincere contro di loro avrebbe messo la ciliegina sulla torta su quello che è stato il nostro girone di ritorno e la nostra cavalcata per raggiungere la salvezza. Festeggeremo la salvezza tutti insieme, grazie a Capo d’Orlando, ai tifosi, alla società, allo staff». Insomma quel che si dice una bella sconfitta poiché la squadra è stata davvero immensa almeno per oltre 32′ e si è avuta la riprova delle qualità della giovane ala ungherese Zoltan Perl e della condizione psicofisica che il veterano Gianluca Basile ha ancora una volta palesato al termine di un campionato di serie A che per il 41enne di Ruvo di Puglia rappresenta il coronamento di una carriera straordinaria che, però, non può chiudersi senza un’ulteriore appendice, lo deve a se stesso e ad una cittadina che ha adottato lui e la sua famiglia e vorrebbe restasse Orlandino a vita. «41 anni, 29 gradi, martedì pomeriggio, contropiede, sfondamento subito, assist dietro la testa. Clonate Gianluca Basile», il commento twettato del diret- tore sportivo Giuseppe Sindoni che certo insieme a papà Enzo farà in modo di convincere il «Baso» a giocare almeno un’altra stagione. Intanto da oggi il futuro si chiama trasferta di Avellino, ultima del torneo prima della chiusura mercoledì 4 maggio sul parquet amico contro Pistoia.