Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – Non suona l’ora della festa (tutto rimandato all’ultimo turno, il 4 maggio al “PalaFantozzi” contro Pistoia) ma suona quella della salvezza ugualmente e Capo d’Orlando si conferma la capitale della Sicilia: un piccolo centro di tredicimila anime che, in cinque anni e davanti ai colossi, ha sempre ottenuto la permanenza in Serie A. Sin dalla fine del primo tempo del match contro Trento si facevano i conti, davanti alla già annunciata sconfitta di Bologna a Cantù: Orlandina salva anche in caso di ko, come poi avvenuto, con la bestia nera Aquila che, a Capo d’Orlando, ha ottenuto il quarto successo di fila nelle ultime tre stagioni. La matematica non è un’opinione e spieghiamo perché la Betaland ha centrato la salvezza. Con 22 punti si fa il conto, eventualmente, che i paladini perdano le due gare rimanenti (prima di Pistoia, domenica la durissima trasferta con Avellino). Il punto resta Torino che, battendo Brindisi, è salita a 20 punti, agganciando la Virtus Bologna. Domenica scontro diretto a Bologna: da qui l’aritmetica per l’Orlandina. Infatti, se vince Torino e poi, nell’ultimo turno, dovesse fare il pieno in casa con Pesaro, i piemontesi chiuderebbero a 24 punti ma a quel punto, giocoforza, Bologna andrebbe massimo a 22 ma solo battendo, in esterno, la vice capolista Reggio Emilia. Discorso uguale se domenica sarà Bologna a vincere e concludendo poi a 24: in questo caso Torino da 20, superando Pesaro nell’ultimo turno, andrebbe massimo a 22. Quindi, con 22 punti, l’Orlandina, a parità di punti con l’una o con l’altra, è salva perché usufruisce del 2-0 a favore negli scontri diretti, sia con Torino che con Bologna. A 20 allo stato c’è anche Caserta che domenica gioca a Brindisi e poi riceve Trento: l’Orlandina non la tiene in considerazione perché, a parità di vittorie, la differenza canestri premia i campani. In ogni caso l’impressione è quella che la mitica Virtus Bologna (in questo momento è retrocessa) rischia di più e fra cinque giorni si gioca una intera stagione dovendo fronteggiare un ambiente ostile: al ritorno da Cantù, domenica sera, i bianconeri hanno trovato un eloquente striscione dei propri tifosi:”Vergognatevi”. L’Orlandina, da par suo, ha però l’intenzione di ottenere almeno una vittoria, chiudere la stagione a quota 24 e centrare anche un buon piazzamento finale. Si punta tutto sulla gara dei saluti contro Pistoia e, grazie allo slittamento (si doveva giocare il 30 aprile) per l’impegno di Varese nella Final Four della Fiba Europe Cup, si cercherà di recuperare Boatright, la cui assenza contro Trento è stata pagata cara, oltre a quelle di Stojanovic e di Jasaitis, fermatosi per una botta alla schiena dopo 7′ e due triple imbucate. Malgrado tutto l’Orlandina ha giocato una delle migliori gare stagionali, sfiorando la vittoria sfuggita a 9 decimi dalla sirena per un rimbalzo in attacco concretizzato a canestro dal possente Wright. Si è visto il miglior Ilievski della stagione, uno straordinario Perl, ormai uscito dalle ruggini di due mesi di tribuna, un grandissimo Gianluca Basile che i tifosi invocano a giocare ancora un altro anno e anche la prova dei due lunghi, Bowers e Oriakhi, è stata convincente. Poco apporto invece dalla panchina, in particolare da Nankivil (in calo da un mese) e Nicevic. Ma ormai l’obiettivo è raggiunto, a gennaio l’Orlandina era ultima con 8 punti e adesso può pensare alla festa e a salutare un ambiente ebbro di gioia e che pregusta già il sesto campionato in serie A.