Il sole della Sicilia in primavera ha qualcosa di balsamico. Per il giovane direttore sportivo dell’Orlandina, Giuseppe Sindoni, in questi giorni lo è ancora di più. La sua Betaland ha tagliato il traguardo a dispetto di chi l’ha data per spacciata sin dal’awio. «È stata una stagione folle. Siamo partiti vincendo tre delle prime quattro. Poi 11 sconfitte su 12 nella fase centrale prima di un grande girone di ritorno», osserva il giovane dirigente paladino. «Solo oggi capiamo che in questi ultimi tre mesi abbiamo inconsapevolmente giocato ogni volta una finale. Dopo la prima di ritorno eravamo a otto punti in un campionato in cui con 22 punti molto probabilmente si retrocederà. Se qualcuno ce lo avesse detto allora, avremmo mollato seduta stante. Invece è arrivata una salvezza relativamente tranquilla a due giornate dal termine peraltro con due sconfitte di fila». Un disegno atipico quello estivo di Capo d’Orlando con quattro veterani (Basile, Nicevic, Ilevski e Jasaitis), un manipolo di giovani europei di belle speranza ed un paio di lunghi americani «Senza l’infortunio di Vlado Ilievski avremmo avuto molti meno problemi. Sotto canestro Bowers ed Oriakhi hanno finito in crescendo, così come il play macedone. Laquintana e Perl hanno avuto una buona stagione. Jasaitis era normale si concedesse qualche pausa, ma ha risolto da solo più di un match». La svolta è arrivata con Di Carlo in panchina (in odore di riconferma) promosso dopo l’esonero di Griccioli, all’indomani della sconfitta interna contro Avellino dove Dalmonte era già pronto per subentrare a Sacripanti. Ma l’uomo della provvidenza è stato soprattutto Boatright. Il play-guardia americano ha cambiato il volto alla stagione: «A fine dicembre avevamo disperato bisogno di talento offensivo. Avevamo pensato al ritorno di Drake Diener. I tempi lunghi di recupero ci hanno bloccato. Proprio in quei giorni il suo agente americano prende la procura di Boatright e l’affare si combina in un amen, tutte le squadre di bassa classifica hanno rivoluzionato il roster. Noi abbiamo fatto un’aggiunta per necessità ed un cambio (Nankvil) indotto dalla richiesta di Metreveli di andare a Caserta”. Il futuro è dietro l’angolo: «Ripartiremo da Laquintana, Stojanovic e Perl che sono sotto contratto. Non vorremmo privarci in blocco dei quattro veterani. Ilievski è più orientato ad una partenza. Valutiamo Jasaitis ed aspettiamo le intenzioni di Basile e Nicevic. Sarà un roster con un pizzico di esperienza in più in termini di serie A». L’obiettivo è di non sbracare. Prima Avellino, poi Pistoia in casa: “Vorremmo chiudere al meglio”. Il consiglio per Avellino: “Mi prendo un po’ di merito. Della serie “io l’avevo detto” già alla vigilia del match di andata che questo era un gruppo di grande valore. Possono giocarsela fino in fondo, ma se vogliono vincere interpretando o scimmiottando Milano non credo ci riescano. Avellino deve giocarsela con le sue peculiarità. Io non cambierei nulla. Pur aggiungendo un giocatore fortissimo non credo che sulla carta si riuscirebbe a ribaltare il pronostico. Ci sono però una serie di aspetti in cui possono essere migliori di chi la precede attualmente. Tanto vale cavalcare le proprie caratteristiche. La Sidigas può soffrire la lunghezza delle serie, ma non spedirei mai in tribuna un giocatore di talento, non ingombrante e di esperienza come Acker. In ottica quarti di finale sarebbe preferibile evitare Sassari».