Giuseppe Matarazzo – Il Mattino
Tra le tante imprese raccolte da Gianluca Basile in carriera, la salvezza con Capo d’Orlando con tre giornate d’anticipo ha un sapore particolare. Certo, non avrà il peso specifico di una medaglia (argento olimpico, oro e bronzo europeo), di uno scudetto (Fortitudo) o di un’Eurolega ma mantiene un posto di rilievo in un palmares che in Italia come in Europa possono vantare davvero in pochi. Basile si porta dietro un bagaglio di esperienza e conoscenza tali da renderlo protagonista prima e spettatore privilegiato poi dei piavoff prossimi a venire, in cui proprio la Scandone sarà chiamata ad una parte importante. La marcia di avvicinamento passa per uno scontro al PalaDelMauro in cui la Capo d’Orlando di Basile non ha più molto da chiedere, ma guai a dare l’esito per scontato. Per i lupi c’è un terzo posto da mettere in ghiaccio, per i siciliani la voglia di mettere in mostra individualità importanti e giocarsi le riconferme per il prossimo anno.
Basile, con l’arrivo di Boatright Capo d’Orlando ha cambiato volto. Come vi ha aiutato?
«Ci ha dato maggiore pericolosità in attacco e ci ha reso meno prevedibili, inoltre ha portato entusiasmo e voglia. È arrivato dopo la gara vinta in casa con Venezia, quella in cui ci siamo sbloccati, e successivamente abbiamo recuperato anche gli infortunati. Tutto questo e le vittorie ottenute ci hanno aiutato ad aumentare la fiducia e la consapevolezza dei nostri mezzi».
Malgrado la sconfitta con Trento, Capo ha raggiunto la salvezza. Quali motivazioni per la gara con Avellino?
«Anche se non sarà facile vogliamo finire il campionato al meglio, siamo un gruppo di giocatori professionisti che ha obiettivi individuali oltre che di squadra».
In tal senso, giocare con la testa sgombra può essere un vantaggio.
«Certamente può diventarlo, ma le motivazioni sono molto importanti in questo gioco, se non ti fai soffocare possono darti la spinta per fare di più».
I playoff sono alle porte. Credi che Avellino sia una reale candidata ad essere l’anti-Milano?
«I risultati dei playoff sono indecifrabili prima che inizino le gare. Avellino è una squadra molto forte con un organico notevole, pieno di buoni giocatori, ottimi cestisti inseriti bene in un sistema preciso. Ha costruito una striscia di vittorie lunga e questo ha fatto crescere la fiducia del gruppo. Milano sicuramente è la squadra da battere perché è la più attrezzata, ma non c’è mai nulla di certo prima che si alzi la palla a due. Le gare vanno giocate. Avellino avrà le sue chances per arrivare in fondo alla competizione».
Nei panni biancoverdi quale squadra evitereste tra Sassari, Venezia e Trento e perché?
«Sono tutte avversarie dure da affrontare: Venezia ha saputo riprendere la corsa, Sassari ha il talento per risolvere le gare ad eliminazione, Trento è una squadra solida che non molla mai. In ogni caso se vuoi arrivare alla fine della corsa, non puoi pensare che squadra evitare, ma come batterla».