Gabriele Ferruccio – losportivomagazine.com
Capo d’Orlando – Prendete un ragazzo del 1995 con valori veri e una determinazione da far invidia. Poi dategli la palla in mano dicendogli di palleggiare, correre, giocare con uno dei suoi “idoli”, e tirare a canestro. Ed ecco qui, Tommaso Laquintana, un ragazzo semplice che, parole sue, «ama la vita e vive per inseguire il sogno di diventare un grande giocatore di pallacanestro».
Tommaso, come ti definiresti dal punto di vista sportivo?
«Come un ragazzo che sta crescendo ma che ha ancora tantissime cose da imparare, e Capo d’Orlando in questo mi sta aiutando molto e mi aiuterà ancora tantissimo».
Ricordi l’emozione del tuo esordio in Serie A?
«E chi la dimentica. L’esordio in Serie A contro Cantù è stata un’emozione incredibile, tante sensazioni che si accavallavano che non dimenticherò mai. Ricordo che ci tenevo davvero tanto a esordire con una vittoria, per fortuna ci siamo riusciti!»
Ti ho sempre definito un “playmaker emotivo”, come un giocatore che entra sul parquet e potrebbe tranquillamente cambiare l’inerzia della gara giocando per 2 giorni senza stancarti. Ti ci rivedi in questa definizione?
«Assolutamente, mi ci rivedo molto! Essendo giovane e avendo energia da vendere sono sempre pronto a provare a cambiare le sorti della partita per cercare di raggiungere la vittoria quando la squadra ne ha bisogno».
Che rapporto hai con i tuoi compagni di squadra?
«Abbiamo instaurato un rapporto fantastico, nato senza che nessuno ci obbligasse a farlo. Sono sempre a disposizione di tutti sia in campo che fuori, e la cosa avviene anche al contrario. Tutti quanti i ragazzi sono fantastici e ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa di bello dentro».
Il rapporto più “stretto” sembra quello con Gianluca Basile, che hai sempre definito «come un padre». Vi siete detti qualcosa nell’abbraccio alla fine della gara contro Venezia?
«Il “Baso” per me è veramente un padre. È sempre pronto a darmi consigli e aiutarmi, dal basket… alla pesca (ride, ndr)! Contro Venezia mi ero messo in testa di vincere la partita per dedicarla a lui, che aveva sofferto il brutto periodo che avevamo passato: alla sirena finale sono corso da lui per dedicargliela. È stata un emozione grandissima».
Hai detto che Basile ti dà consigli dentro e fuori il parquet. Gli hai detto qualcosa riguardo al “possibile” ritiro?
«Sono felice ed orgoglioso di averlo conosciuto e di poterci stare fianco a fianco tutti i giorni, spero che il nostro rapporto, finite le carriere di entrambi, vada oltre la pallacanestro. Detto questo, è una scelta che deve fare lui e che dobbiamo rispettare. È chiaro che se dovesse continuare ne sarei estremamente felice».
Sei soddisfatto della tua stagione e di quella dell’Orlandina?
«Sono molto soddisfatto. È stata la stagione del mio esordio, della vittoria contro Milano e a Masnago contro Varese. È stata un’annata che porterò sempre nel mio cuore».
Di recente Flaccadori si è dichiarato eleggibile per il prossimo draft NBA. Hai mai pensato di farlo?
«Onestamente non ci ho nemmeno mai pensato. Ho ancora tantissimo da lavorare e migliorare, preferisco vivere giorno per giorno cercando di incrementare le mie potenzialità sempre più».
Parliamo di vita “extra campo”. Sei cosciente di essere un sex symbol per molte ragazzine?
(Ride, e tanto, ndr) «Non esageriamo! Sono un ragazzo come tutti gli altri, non ho nulla in più né in meno dei miei coetanei».
Sei un tipo “social”?
«Assolutamente. Mi piacciono molto, mi piace l’idea di poter raggiungere il mondo con un click. Utilizzo molto Instagram e Facebook, negli ultimi periodi sto “approcciando” anche con Snapchat!».
Come ti trovi a Capo d’Orlando?
«Dire che mi trovo bene è riduttivo. È ormai la mia seconda casa. Ho passato due anni fantastici e pensare che ne ho altri 3 da affrontare insieme è molto bello. Sono affezionato sia alla gente che alla città stessa. Capo d’Orlando è fantastica».
Qual è il segreto di questo paese?
«L’unione e la voglia matta che si respira per la pallacanestro. Ovunque vai non si parla d’altro e questo piace molto ai giocatori. Non dimentichiamoci però di alcune persone fantastiche come Enzo e Peppe Sindoni, o “Meluccio” Perrone. Ogni anno queste fantastiche persone danno l’anima per questa squadra e i risultati sono grandiosi. Sono orgoglioso di far parte di questa squadra».