Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO Se Diener tornerà a Capo d’Orlando (le percentuali al momento non sono alte ma neanche troppo basse), il play titolare che lo affiancherà, paradossalmente visti i 35 anni della guardia americana, sarà di esperienza. È questo il disegno tracciato dal direttore sportivo Giuseppe Sindoni insieme a coach Gennaro Di Carlo. Non solo, affiora qualche nome. Il più accreditato è un giocatore al momento solo in uscita, llievski, l’altro è gettonato in Italia e, in tal caso, tornerebbe in provincia di Messina dopo tre anni e la precedente esperienza a Barcellona Pozzo di Gotto: Collins. Il ds Sindoni ha apprezzato e apprezza tantissimo Vlado llievski, vale a dire la grande delusione della stagione scorsa, seppur con buone prestazioni nell’ultimo segmento di torneo. Vuoi la preparazione svolta nella scorsa estate con la sua Macedonia per gli Europei di settembre, vuoi per qualche infortunio, il rendimento dell’ex play di Siena e tante altre squadre, non è stato pari alle attese e i numeri, inconfutabili, sono lì a dimostrarlo: 25′ di utilizzo medio, 5.1 punti e solo 3.7 assist a salvare capre e cavoli in qualche maniera. Si era ipotizzato a metà stagione un taglio mai avvenuto, in ogni caso la società ha sempre creduto in Vlado e adesso, a contratto scaduto e non ancora accasatosi altrove, il nome di llievski rimbalza nuovamente per un possibile rinnovo. Discorso diametralmente opposto per Andre Collins. Infatti, a parità di comunitari (llievski è macedone, l’americano Collins ha in tasca un bel passaporto bulgaro), la classe del cervello del Maryland, è immensa e, se sta bene, in questa Serie A, può fare benissimo. Ferrara, Pesaro, Caserta, come detto Barcellona in Dna Gold nel 2013/14 e ultima fetta della scorsa stagione alla Virtus Bologna le sue squadre italiane. Prima di andare alle “V nere”, fornendo buone prestazioni (ultime nove partite con 13.4 punti e 3.2 assist) anche se non sono servite a salvare la “mitica” dalla retrocessione, Collins aveva giocato allo Spirou Charleroi in Belgio. In verità, nel novembre 2014, l’Orlandina aveva pensato a Collins, senza trattarlo, prima di firmare Sek Henry in sostituzione di Flynn fresco di taglio, adesso il suo nome può essere accostato sulla lavagna dei “possibili” anche se non ancora in quella dei “trattati”. Con un duo come Collins (34 anni) o llievski (verso i 36) e Diener (35) e dalla panchina tre giovani, Laquintana, Perl e Stojanovic (69 anni in tre), appare chiaro che l’ala piccola titolare molto diffìcilmente possa essere Simas Jasaitis che viaggia verso le 34 primavere. Il fuoriclasse lituano è sempre in convalescenza dopo l’intervento chirurgico subito e i tempi di recupero potrebbero essere lunghissimi: per questo tra le parti c’è stato solo un abboccamento e nulla più. Se, poi, Jasaitis (comunitario) dovesse allungare il contratto già scaduto, allora la ricerca del play si orienterebbe su un giovane, questo sempre se Diener farà il figliol prodigo di ritorno. Per i lunghi, invece, al momento c’è la certezza del “4” titolare, il cavallo di ritorno Dominique Archie, anche unico acquisto sin qui. Mancano tre pezzi, se Nicevic dovesse ritirarsi: il centro titolare (quasi certamente un americano o con lo status di Cotonou alla Oriakhi della scorsa stagione), il rincalzo di Archie ed il pivot di riserva, se Nicevic dirà basta e per il quale un italiano viene sempre cercato in attesa della decisione del capitano dello scorso torneo.