In principio fu Alessandro Fantozzi, poi Gianmarco Pozzecco, poi ancora Gianluca Basile e Matteo Soragna sino ad arrivare ai giorni nostri con il 34enne DrakeDiener. Ma nel mezzo potremmo inserire tanti altri nomi importanti come Adam Wojcik, Sandro Nicevic e Simas Jasaitis. Capo d’Orlando ha sempre avuto nel suo Dna la voglia di stupire ed ha sempre ottenuto grandi risultati anche grazie all’ingaggio di giocatori dal passato illustre, che in Sicilia-nonostante l’età avanzata – non sono sbarcati per svernare, ma per allungare le fantastiche carriere. Gente con valori d’altri tempi, che nella cittadina intrisa di magia cestistica hanno dato sfoggio della loro immensa classe, diventando i trascinatori dentro e fuori dal campo. E così la storia, noi ci crediamo non poco, si ripeterà con il Drake Diener ter. Il ritorno dopo otto anni della guardia-ala del Wisconsin, ormai italiano di adozione, per una squadra che punta a salvarsi è un colpo eccezionale, destinato a spostare gli equilibri. E i rischi legati alla ricomparsa del morbo di Crohn di cui soffre da oltre un decennio e che lo ha costretto, prima del lieto fine, a interrompere la scorsa stagione a Saragozza, non devono generare preoccupazione perché la parola d’ordine è guardare avanti con il massimo ottimismo, godendosi un giocatore che ha fatto la storia recente del nostro campionato e che soltanto 26 mesi fa veniva eletto Mvp della regular season. Drake Diener è un campione e va sfruttato secondo le sue carat- L’americano vale da solo il prezzo dell’abbonamento : un trascinatore che accende la fantasia teristiche tecniche. Cioè come ha sempre fatto Meo Sacchetti -scopritore, mentore e suo grande amico – nelle cinque stagioni in cui lo ha allenato: Castelletto Ti- cino, Capo d’Orlando e tre a Sassari. E il coach di Brindisi, dopo averlo incontrato alcuni mesi fa nella sua Fond du Lac (assieme al cugino Travis), lo avrebbe voluto accanto a sé nella nuova avventura. Ma poi non se n’è fatto niente per la gioia dell’Orlandina che tra qualche settimana potrà riabbracciare un vecchio amico. Briglie sciolte per Man-Drake: palla in mano, tiro da tre punti in transizione, in uscita dai blocchi, ovviamente sul pick and roll anche da distanze siderali. Niente gabbie, ma totale libertà per l’assoluto leader della squadra. Inserirlo in un contesto, in un sistema – come due anni fa ha voluto fare Reggio Emilia (che però è una big della Serie A) – significherebbe perdere metà del suo valore e del suo potenziale. Che Diener è, invece, pronto a far esplodere proprio come nel 2007 prima del suo regale passaggio a Siena (con biglietto di ritorno non obliterato) a metà torneo. Una sublimazione del talento poi espressa nella fortunata esperienza in Sardegna, dove diventò l’idolo sportivo dell’intera regione, un bomber alla Gigi Riva. Drake Diener vale da solo il prezzo dell’abbonamento perché accende la fantasia dei tifosi, è un trascinatore, non ha paura di giocare i palloni decisivi (quanti canestri vincenti all’ultimo secondo nella sua carriera!), ha 20 punti di media nelle mani e in una piazza unica per entusiasmo e passione come Capo d’Orlando può rilanciarsi, illuminando il campionato con le sue invenzioni. E sarà fondamentale avere il contorno giusto. La svolta per l’Orlandina edizione 2015/16 si è avuta quando è arrivato l’immarcabile Ryan Boatright che, con il rientro di Jasaitis dall’infortunio, ha completato un settore esterni che prima concedeva troppo spazio ai teneri Stojanovic e Perl. I quali, confermati, devono poter continuare a crescere con calma, partendo dalla panchina. Ecco, quindi, che in organico c’è la necessità di inserire un comunitario da almeno 25 minuti di media, in grado di dividersi le responsabilità con Diener accanto alla novità Fitipaldo, ricomponendo a livello di efficacia il simil duo Boatright-Jasaitis.
La carriera STREPITOSO A SASSARI
Drake Diener, guardia di 196 cm, è nato il 19 dicembre 1981 a Fond du Lac in una famiglia in cui il basket è il pane quotidiano. Il padre Dick è, infatti, il suo primo allenatore. Alla De Paul University, dove tra i compagni aveva Sammy Mejia, si impone all’attenzione prima di un brusco stop per il morbo di Crohn. Dopo la guarigione, Vacirca e Sacchetti lo chiamano in LegaDue a Castelletto e poi lo portano a Capo d’Orlando: nell’esordio in Serie A si conferma giocatore di livello assoluto (18.2 punti, 4.2 rimbalzi, 2.4 assist) meritandosi la chiamata di Siena con cui vince lo scudetto e debutta in Eurolega. In Italia gioca anche con Avellino, Teramo, Sassari (di cui diventa il leader) e Reggio Emilia (finale scudetto persa proprio contro i sardi). Due anni fa vince la Coppa Italia con Sassari ed è eletto Mvp del campionato (18.9 punti, 4.3 rimbalzi, 2,8 assist, 1,1 rubate a cui aggiunge 16.6 punti, 3.3 rimbalzi, 2,8 assist in Euro-cup). Drake Diener ha segnato 3953 punti in A con 550 triple. ir ti 1 Drake Diener. A Saragozza, con il cugino Travis e Meo Sacchetti. Al centro: a Sassari e Reggio Emilia.