Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – Hanno perso subito consistenza due nominativi, circolati nelle ultime ore, riguardanti il nuovo centro dell’Orlandina. Infatti sono tramontate prima ancora di sorgere le trattative con Famous e Shaw. Jarris Famous ha 28 anni, è alto 211 centimetri per 109 chilogrammi, quindi ricorda Oriakhi fisicamente ed è un autentico giramondo. Una sola esperienza europea, nel 2011 in Repubblica Ceca all’SKP Banska Bystrica, poi ha girato oltre una decina di squadre cinque anni, non proprio un indice di affidabilità. Esperienze divise tra D-League e tornei sudamericani, chiudendo in Venezuela nella scorsa stagione con i Buca-neros de La Guaira. L’altro prospetto seguito era Jarred Shaw, 26 anni, 208 centimetri per 107 chilogrammi del Texas, nella D-League con Santa Cruz due stagioni fa, ultima annata in Tunisia con il Club Africain Tunisi dove ha appena vinto il titolo nazionale. Ma, ripetiamo, si tratta di due nomi che non vestiranno la maglia biancazzurra. L’abbassamento dei prezzi, ogni giorno che passa, favorisce la possibilità che Capo d’Orlando firmi un buon nome. Chiaro che dopo bisognerà verificare se si tratta di un giocatore già in Europa oppure se avrà bisogno del visto, e quindi almeno di una decina di giorni di attesa andando bene, se in uscita dagli States. È sui tempi che si gioca tutto anche se il direttore sportivo Giuseppe Sindoni ha già dichiarato che non c’è nessuna fretta, che il nome deve essere quello giusto e che, addirittura, il roster potrebbe essere completato anche quando il campionato sarà vicino allo start. E mentre Zoltan Perl ha iniziato con l’Ungheria le gare di qualificazione agli Europei del prossimo anno, e quindi il suo ritorno a Capo d’Orlando è legato a questo impegno, è rientrato con la famiglia, nella sua abitazione di via Piave, dopo un mese e mezzo di vacanze in Sardegna, Gianluca Basile. Inutile dire che la speranza di qualche tifoso ma, perché no, anche di qualche dirigente, è che il “Baso” – che ufficialmente non ha preso alcuna decisione – possa ritrovare la voglia di rimettersi calzettoni e scarpe e di rilanciarsi sul parquet. Questa, al momento, sembra una utopia anche perché una persona seria ed un professionista del calibro di Basile, come minimo sarebbe rientrato a casa poco prima del ritiro di Tripi. In ogni caso tutto può accadere, anche un coinvolgimento societario perché Basile resta Basile. Difficile immaginarlo solo come un ex atleta che la domenica va al “PalaFantozzi” a vedere la partita da semplice spettatore. È un aspetto al quale in pochi intendono rassegnarsi.