Paolo Cuomo – Gazzetta del Sud
Niente previsioni quest’anno. Troppo difficile. Unica certezza: Milano che apre proprio al “PalaFantozzi” stravincerà lo scudetto. E sarà bis a distanza di trent’anni. Indovinare chi sarà la finalista e damigella d’onore; chi resterà fuori dalle prime quattro tra Reggio Emilia, Sassari, Avellino e Venezia o ancora chi conquisterà gli altri tre posti disponibili per i playoff o retrocederà è un esercizio di bravura oggi davvero arduo per noi. E questo vale anche in ottica Capo d’Orlando, che è un buon gruppo tutto da scoprire. Alla sesta stagione nell’Olimpo del basket (tre ante cancellazione e tre dopo la seconda scalata e il ripescaggio del 2014), i biancazzurri devono avere come obiettivo principe la salvezza perché il livello delle avversarie che lotteranno Un pieno di emozioni per il ritorno di Diener per evitare la sedicesima posizione si è sensibilmente elevato. Inutili, quindi, i paragoni con la scorsa stagione quando a salvare capra e cavoli ci pensò il folletto Ryan Boatright, adesso ricoperto di dollari in Cina. Si riparte dalla conferma dell’eterno capitano Nicevic, una specie di Francesco Totti, e non solo per i 40 anni già compiuti; dalla pesante assenza di Gianluca Basile che non si è ancora ufficialmente ritirato ma che non sarà sul parquet proprio alla vigilia delle sue nozze d’argento con la palla a spicchi; dal trio di giovani virgulti Laquintana-Stojanovic-Perl a cui si è aggiunto un talento ancora più forte, il lettone Janis Berzins – bel colpo di mercato – che sogna di esplodere in una terra di campioni. In regia è arrivata la scommessa uruguagia Fitipaldo che non è famoso come Cavani o il “pistolero” Suarez e non è neppure parente dell’ex pilota di Formula 1, ma brama dalla voglia di farsi conoscere; sotto canestro il ritorno di Archie è una sicurezza, mentre con il pivot croato Delas si è abbandonata quella strada dell’atletismo che con Hunt e Oriakhi aveva però dato ottimi frutti. Poi c’è Diener. E qui è un capitolo a parte. Perchè anche a 35 anni e dopo aver trascorso una sofferta stagione, la guardia del Wisconsin sarà il perno dell’ingranaggio. Il destino dell’Orlandina è tutto o quasi nelle mani di “ManDrake” che per 6 mesi, a cavallo del 2007 e 2008, fece innamorare un popolo con le sue magie. Anche se non ha più l’energia dei tempi migliori, Diener a questi livelli è un fuoriclasse con 20 punti di media nelle mani. Ma dovrà essere utilizzato a briglie sciolte, come ha sempre fatto Sacchetti. La sua imprevedibilità e il suo istinto non dovranno avere regole. In una squadra che lotta per la permanenza, è importante che lui entri subito in ritmo. Lo vogliamo vedere tirare anche al primo passaggio e da otto metri per aprire le difese, sfruttare in modo esasperato le transizioni, giocare in uno contro uno. E il compito di coach Di Carlo non sarà facile: dopo l’impresa realizzata pochi mesi fa, ripetersi guidando la squadra sin dall’inizio potrà rappresentare la sua consacrazione.