Lealtà, formazione, tutela. Per la prima volta nella storia del basket italiano, si è tenuto un “Integrity Day” finalizzato alla prevenzione del fenomeno del match fixing: l’iniziativa, organizzata da Betaland Capo d’Orlando e Sportradar, è stata presentata alla stampa stamattina presso “Il Circoletto” di Capo d’Orlando.
«Il successo per noi è già arrivato – dichiara il presidente della Betaland Capo d’Orlando Enzo Sindoni in apertura dell’incontro – perché anche se la Partnership con Betaland è nata poco più di un anno fa, guardando quello che abbiamo costruito insieme sembra essere molto più lungo. Noi abbiamo avuto grazie a Betaland la possibilità di presentarci davanti a quasi 2 milioni di spettatori con una maglia figlia proprio di un’iniziativa voluta da Betaland, è giusto sottolineare ciò che Betaland sta facendo per noi. Al di là del risultato, che è sempre molto positivo, Betaland è sempre stata leader nel betting grazie a importanti scelte strategiche che vediamo anche nel nostro “piccolo” mondo. Non solo non stacca il valore dell’etica dal lavoro che esercita, ma lavora nel campo delle scommesse proprio rilanciando l’etica. Fuori dalle ipocrisie, ogni circostanza in cui l’uomo accoppia il divertimento al gioco affianca l’etica è corretto, altrimenti la consapevolezza di questi valori può e deve tradursi nei comportamenti che ogni atleta può e deve avere. Noi abbiamo coinvolto in questa iniziativa LegaBasket – conclude Sindoni – e abbiamo avuto grande attenzione perché è culturalmente rivoluzionario presentare il betting affiancato allo sport molte volte sol perché si è fatto un uso scorretto».
Un’operazione didattica a cui hanno partecipato i giocatori, i dirigenti e lo staff tecnico con lo scopo di informare tutti i presenti sui rischi e pericoli connessi alle frodi sportive attraverso una formazione capillare e profonda, avvalendosi dell’esperienza di Sportradar, società leader a livello mondiale nel monitoraggio delle scommesse e nella lotta al match-fixing, e Integrity partner della NBA, la più importante lega professionistica di pallacanestro degli Stati Uniti.
Il workshop è stato condotto dall’Avv. Marcello Presilla, responsabile per l’Italia di Sportradar AG. Con l’ausilio di materiale video e grafico, Sportradar ha illustrato casi e situazioni reali a livello internazionale relativi al match-fixing, con un approccio estremamente pragmatico, risultato di un’esperienza pluriennale nell’analisi dei flussi di betting grazie al Fraud Detection System, il sofisticato sistema di monitoraggio.
«Il giro d’affari delle scommesse sulla Serie A di basket a livello internazionale è superiore ai 500 milioni di euro l’anno. Un match come quello disputato ieri tra Milano e Orlandina può raccogliere fino a circa 2 milioni di euro in giocate in tutto il mondo, questo è il valore medio a partita – ha spiegato l’avvocato Marcello Presilla -. Il basket conquista sempre maggior pubblico ed è normale, pertanto, che anche i flussi di scommesse aumentino in modo significativo. Il match-fixing non è un problema che riguarda solo il calcio, ma rappresenta una minaccia reale e concreta per ogni disciplina sportiva, ad ogni latitudine geografica. Non esistono oasi felici nello sport. Occorre quindi informare ed educare con precisione tutti gli atleti e gli appartenenti al movimento sportivo, affinché siano consapevoli dei rischi che possono correre in materia di scommesse e frodi sportive. La giornata di oggi, promossa e voluta dalla Betaland Capo d’Orlando, è un esempio estremamente positivo al riguardo. Ringraziamo club e sponsor per la sensibilità e senso di responsabilità dimostrati su un tema così cruciale per la difesa dell’integrità di questo splendido sport».
Betaland, main sponsor della squadra di Capo d’Orlando (e da poco anche main sponsor del Bari calcio), ha deciso di dare il suo sostegno all’iniziativa: «Quando l’etica e lo sport camminano insieme – aggiunge Carmelo Mazza CEO di Betaland – passione ed emozioni assumono un significato ancora maggiore. Betaland Capo d’Orlando è orgogliosa di essere il primo club di Basket professionistico ad ospitare un evento formativo interamente dedicato alla difesa dei valori dell’integrità sportiva. Prevenzione ed educazione devono entrare nello spogliatoio diventando parte della formazione degli atleti. Ci auguriamo che quella di oggi sia il punto di partenza per un’iniziativa che coinvolga tutti i club del basket italiano. E, per questo, operare con un partner qualificato come Sportradar è ulteriore garanzia per il raggiungimento di questo importante obiettivo».
«Pensando al match fixing – racconta Gennaro Di Carlo capo allenatore della Betaland Capo d’Orlando – il primo riferimento che faccio è al mio modo di essere. Penso che vincere in maniera artefatta anche una gara importante, come ad esempio può essere quella contro Milano, non mi avrebbe mai fatto gioire. Credo che questo sia un fenomeno presente ma molto negativo e penso anche che bisogna lavorare per creare i presupporti per alimentare la sana sfida sportiva. Perché competere è bello ed è sinonimo di crescita, ma perdere a volte ti fa anche crescere di più. Bisogna sempre imparare ad avere la forza di capire come si può crescere. Lo sport rappresenta tanti valori determinanti per la nostra vita. Bisogna entrare in tackle contro il match fixing e migliorare il nostro modo di vivere».
Ufficio Stampa Betaland Capo d’Orlando