Domenico Latagliata – La Stampa
A Capo d’Orlando, la scorsa stagione, Torino vide il baratro davvero dietro l’angolo: battuta e quasi umiliata, sprofondò in classifica a meno sei punti dagli stessi siciliani e da Caserta, Varese, Pesaro e Bologna, con soltanto sette giornate ancora da disputare e la retrocessione in serie A2 che pareva inevitabile. Invece, da quel momento in avanti, la truppa di Vitucci seppe compattarsi, vincendo cinque match e acciuffando la salvezza per i capelli. Il posticipo Stasera, nel posticipo della seconda giornata di serie A (ore 20,45, diretta Sky), la Fiat cercherà invece di confermarsi squadra quadrata e capace di lottare all’interno di un campionato che vuole vivere da protagonista. Le premesse ci sono tutte, anche se ovviamente servono conferme: il ko della prima giornata ad Avellino è arrivato al fotofinish lasciando parecchi rimpianti, al termine di una partita giocata pressoché alla pari contro una delle squadre più accreditate per piazzarsi tra le prime quattro. E la vittoria di domenica scorsa al Ruffini, contro Pesaro, è giunta dando l’impressione di esserci davvero sempre con la testa, inseguendo per lunghi tratti pur senza mai perdere la calma. Il che è qualità, se non ancora da grande squadra, tipica di un gruppo ben consapevole delle proprie forze.
Il punto di forza Forza mentale e concretezza, allora: con l’asse Wright-White che al momento funziona alla perfezione e gli altri che vanno a ruota, pur se ancora non tutti al top. Il playmaker e il lungo di riferimento, allora: il primo smazza sette assist a partita, segna 16 punti e ha fatto capire proprio contro Pesaro, con un ultimo quarto da assoluto protagonista, di non avere timore nel prendersi responsabilità. Il secondo invece è al momento semplicemente il giocatore più redditizio del campionato, vantando non solo il maggior numero di punti segnati (22,5, con il 61,5% da due, il 60 da tre, più 11 rimbalzi di media), ma anche la miglior valutazione (27,5). Lungo periodo È chiaro che non tutte queste cifre potranno essere confermate nel lungo periodo, ma di fatto risulta tutto più semplice quando funziona l’asse fondamentale di una squadra. «Le partite di inizio campionato devono dimostrare che la squadra sta facendo buoni progressi stabilizzando le proprie performance – sono la parole coach Vitucci -. In trasferta occorre una maggior costanza di rendimento sui 40 minuti e anche questo è un passo che stiamo cercando di compiere. Abbiamo fiducia: una vittoria in trasferta potrebbe spostare subito gli equilibri». Mettendo anche ulteriore benzina nel motore dei gialloblù.
Gli avversari Di contro, la Betaland è ancora a quota zero, penalizzata da qualche infortunio e contrattempo di troppo: oggi rimane in dubbio Nicevic, ma rientreranno Diener (in bacheca, uno scudetto con Siena e una Coppa Italia con Sassari), Delas e Fitipaldo. Squadra battagliera, quella di De Carlo, capace di lottare a lungo sia contro Milano che a Venezia. Mettendo peraltro in mostra un Dominique Archie da applausi: l’atleta straniero con più presenze nella storia della società – affettuosamente chiamato Mimmo dai tifosi locali, che lo adorano fin da quando nel 2014 fu tra i maggiori artefici della promozione in serie A – viaggia infatti a 17.5 punti di media, 6 rimbalzi, 1,5 stoppate, 1,9 assist, 2 recuperi e 22 di valutazione. Impossibile insomma pensare di avere vita facile e del resto, tra serie A e LegaDue, Torino ha perso tutte e quattro le volte in cui si è trovata di fronte l’Orlandina: Poeta e compagni andranno insomma a caccia della «prima volta».