Paolo Cuomo – Gazzetta del Sud
Senza girarci troppo intorno, è stata una delle prestazioni più belle dal ritorno in Serie A (quindi delle ultime due stagioni e un mese). Una partita da vedere e rivedere per tutta la settimana, giocata splendidamente sui due lati del campo. Grande Orlandina e applausi a chi l’ha costruita ed a chi la fa giocare così dopo appena tre settimane di campionato. I primi evidenti segnali positivi erano arrivati all’esordio contro la corazzata Milano (che non dimentichiamo era sotto di 11 a metà del terzo quarto ed è riuscita a dare una svolta al suo match solo grazie a una tripla di Cinciarini da non convalidare) e nel primo tempo di Venezia, quando con un organico ridotto ai minimi termini dagli infortuni, la squadra è rimasta in linea di galleggiamento sino al 24′. Nel posticipo televisivo del “PalaFantozzi”, contro l’ambiziosa e presuntuosa Torino targata Fiat (che avrebbe due pezzi del suo quintetto tutto di colore già da sostituire in officina, poiché ingolfano il motore), Capo d’Orlando ha ribadito tutta la bontà della sua struttura, dando spettacolo, con un gioco fluido e passandosi la palla talmente bene che alla fine gli assist sono stati 21. L’idea di base di trovare sempre il compagno libero (con i lunghi Delas e Iannuzzi perfetti interpreti dal post alto) ha colpito al cuore con sistematicità gli avversari, stroncando qualsiasi (flebile) tentativo di rientro. Arovinare la festa nel day-after è, però, arrivata la conferma del grave infortunio al talento lettone Janis Berzins che obbligherà la società a tornare subito sul mercato.
L’immagine simbolo. In una serata comunque da ricordare, che emozione vedere – come una liberazione – le braccia rivolte al cielo ed al pubblico di Diener, l’uomo dei sogni biancazzurri. Recuperato in extremis dopo l’infortunio muscolare, “ManDrake” vedeva il canestro piccolo piccolo, ma coach Di Carlo è stato bravo – nonostante una condizione fisica precaria- a tenerlo sul parquet 13 minuti nella ripresa e soprattutto per l’intero, ultimo quarto quando la sua esperienza ha fatto la differenza. Il 34enne del Wisconsin, pur senza segnare, ha dettato i ritmi, ha fatto il playmaker, servito assist, difeso alla morte e quando a due minuti dalla fine ha finalmente messo il primo canestro in assoluto, abbiamo capito che la nuova favola era cominciata. Sì, perché non ce ne voglia questo gruppo che cresce, germoglia e mostra i primi fiori, ma Diener è Diener. E alla fine della fiera, quando in una stagione che si annuncia molto equilibrata l’intensità salirà di livello, dovrà essere l’ex Sassari a trascinare i compagni. Che, intanto, sono già tirati a lucido, facendo sembrare molto lontani i tempi nei quali le correzioni in corsa in tutti i settori erano necessarie per cambiare il volto alla squadra e raggiungere la salvezza. Oggi, invece, questa Orlandina di stampo europeo non suscita nessun dubbio (e l’infortunio di Berzins è una vera mazzata), con ogni tessera del mosaico al posto giusto. A partire dal regista Bruno Fitipaldo, Mvp contro Torino, talento uruguaiano arrivato in Italia trent’anni dopo il combattente “Tato” Lopez che fece innamorare Caserta. Ecco, con Fitipaldo – decisivo con 14 punti e quattro triple nell’ultimo quarto – le dolci note di Montevideo potranno invadere Capo d’Orlando perché il ragazzo ha coraggio, faccia tosta e una mano che non trema mai. Mario Delas si è confermato il play aggiunto. Conosce il gioco, ha ottima visione, tratta la palla con intelligenza, sotto canestro ha movimenti importanti e un buon tiro dalla media. Deve solo limitare il numero di falli commessi. I giovani virgulti Stojanovic e Perl alla seconda annata in Sicilia hanno compiuto preziosi passi avanti e coach Di Carlo li sta utilizzando in maniera saggia per evitare che possano strafare. Laquintana gioca ormai come un veterano: anche contro Wright e Poeta ha spinto e realizzato, chiudendo con zero perse. “Mimmo” Archie è una sicurezza ed a prescindere dalla prova sottotono contro i torinesi, l’ala americana c’è sempre. Infine la grande sorpresa di questo avvio: Antonio Iannuzzi che a 25 anni sta sfruttando con autorità la chance che l’Orlandina gli ha offerto. Per essere un quarto lungo, i suoi numeri sono eccezionali. Ci sta mettendo anima, testa e fisico ed è già uno dei punti di forza dell’ennesima Orlandina delle meraviglie.