Salvatore Pintaudi – Gazzetta dello Sport
Antonio Iannuzzi, 25 anni da Avellino, con l’Orlandina in tre giornate ha già messo insieme 71 minuti di parquet, realizzato 22 punti e catturato 16 rimbalzi. «Quando c’è da fare a sportellate non ha importanza la categoria. In serie A come in A2 ci devi credere, devi dare tutto te stesso perché la pallacanestro ha sempre le stesse basi – ci ride su il lungo campano – certamente in questo torneo la fisicità è più accentuata rispetto al campionato inferio- re, ma vi posso assicurare che gli americani bravi e forti ci sono anche in A2. La vera differenza, dopo aver affrontato Milano, Venezia e Torino sono i ritmi di gioco, però applicandosi giornalmente, seguendo il coach e i compagni più esperti, >«Non mi aspettavo di giocare così tanto. Il rapporto con Di Carlo e la squadra è ottimo» si può fare bene anche qua».
CURRICULUM Malgrado la sua giovane età, Iannuzzi ha un curriculum di tutto rispetto, con diverse squadre e tanti chilometri nel suo personale borsone. Infatti, dopo le giovanili nella Scandone Avellino, ha la grande occasione di passare nel settore giovanile della Mens Sana. «Gli anni fantastici di Siena, la culla del basket, vinceva sempre e per me la possibilità di giocare anche solo in allenamento, di stare accanto a dei veri fenomeni era tutto semplicemente fantastico». Gli occhi del giocatore brillano al ricordo di quella esperienza, poi il racconto continua: «Dopo quattro stagioni, sono passato a Ferentino, due anni e una promozione dalla B alla A-2, altra esperienza altamente formativa. Matera e Omegna prima di approdare a Capo d’Orlando, cioè serie A».
APPROCCIO Una esperienza nuova. «Sapevo che dovevo ripartire da zero. L’approccio è stato subito positivo, sono contento di come sto giocando. Non mi aspettavo questo minu-taggio e devo ringraziare coach Di Carlo per la fiducia. In squadra abbiamo subito legato; con Gennaro puoi parlare tranquillamente, confrontarti in ogni momento e poi ci sono i tifosi, semplicemente eccezionali. In un posto così, non puoi che fare bene»