TRENTO – «Con tanta curiosità». Questo è il sentimento che agita il coach dell’Orlandina Betaland di Capo d’Orlando, Gennaro Di Carlo, alla vigilia del match a Trento contro la Dolomiti Energia. «Così affronteremo l’Aquila che è una squadra organizzata e allenata bene. Per di più voglio capire il nostro valore in trasferta, la nostra consistenza fuori di casa dove siamo reduci dalla vittoria nel posticipo dove abbiamo dimostrato di aver scalato un altro gradino della nostra stagione». Subentrato a Griccioli nel dicembre del 2015 l’allenatore Di Carlo, che era l’assistente dell’head coach, non fa nomi quando gli chiediamo chi teme di più nella squadra aquilotta. «Nel team di Trento – continua Di Carlo – va apprezzata l’idea di adattare l’organizzazione, di gioco e di strategie, tutte le volte che il roster subisce dei cambiamenti. E’ un modello da perseguire, un sistema da prendere a pacchetto. Il cammino finora ha visto un debutto stentato a Brindisi perchè i meccanismi erano ancora indietro, ma i miglioramenti ci sono stati con Cremona e soprattutto con Venezia dove la vittoria è servita per affrontarci con tanta grinta». Certo a Venezia si è visto quante volte ci sono state reazioni importanti dell’Aquila tutte le volte che i padroni di casa tentavano di rientrare e di superare i trentini. «L’Aquila non è forte solo in casa – sottolinea Di Carlo – e si sa che le squadre di Buscaglia sono ostiche da affrontare. Lo battei in Lega Due a Scafati con un tiro di Meis allo scadere e lì ci andò bene, per un punto, perchè eravamo arrivati alla contesa ravvicinata fino alla fine. In serie A non abbiamo mai vinto con loro, ricordo ancora il tap-in di Wright all’ultimo secondo al PalaFantozzi. Buscaglia sa far giocare una difesa micidiale ma al di là di come sono messe in campo le formazioni sarà un match a viso aperto dove mi auguro si giochi una bella pallacanestro». Come state fisicamente? «C’è ancora il lungo Nicevic, il capitano croato, con alcuni problemi muscolari, poi Berzins resterà fuori ancora tanto e per noi è una situazione poco felice. Trento è una sorta di tabù per Capo d’Orlando e anche in questa occasione si presenta come una sfida dura da vincere – continua il coach della società messinese – sarà una sfida nella sfida perché loro hanno un progetto di gioco chiaro e diverso dal nostro». Pozzecco espugnò il PalaTrento in A2. «Altri tempi e poi ogni partita fa storia a sé».