Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – Aumentare l’intensità difensiva per tornare a vincere. È questa la ricetta che Gennaro Di Carlo ha preparato in settimana per risolvere il rebus che domani (“PalaFantozzi”, ore 18,15) attende l’Orlandina contro Cantù. «Giocheremo – ha detto il tecnico – una gara molto delicata contro una squadra in forte ascesa come Cantù che affrontiamo nel momento in cui siamo chiamati a fare un passo avanti. A Trento abbiamo commesso errori troppo banali, concedendo almeno quindici punti come se fossimo degli junior e non può esistere un atteggiamento del genere in A. Se torno indietro, contro Torino potevamo vincere con un divario molto più ampio. La felicità per il successo aveva preso il sopravvento. Ora mi auguro che la situazione cambi». – Tutto dipende da voi… «Certamente. Questa squadra è come l’abbiamo pensata e come è stata costruita per farla giocare secondo i nostri intendimenti. Comunque sono orgoglioso di come abbiamo giocato a Trento, siamo tornati a casa dopo aver servito 22 assist di squadra, senza timori. Ma adesso è arrivato il momento di esprimerci meglio in difesa». – Come mai Diener, a Trento, ha tirato solo sette volte in 34’di utilizzo? «Drake è alla ricerca della migliore condizione, lo stop muscolare accusato all’esordio gli ha impedito di essere al massimo ma sta crescendo e tornerà ad essere presto il giocatore che tutti si aspettano. Non stiamo creando un sistema d’attacco che blocchi il suo talento. Si tratta invece di un sistema che dà modo a tutti di tirare e di esprimersi. Da Diener e dai suoi compagni mi aspetto punti e assist. E ci sono soprattutto le difese avversarie da fronteggiare». – Cantù è avvantaggiata dal punto divista fisico e atletico? «Non credo. Loro hanno grande qualità nei singoli ma, per esempio, Darden non ha nell’atletismo il suo punto forte ma è un “professore” della pallacanestro, esattamente come Savanovic a Sassari per esempio. Cantù ha tanti elementi forti, ha preso anche Acker e la mia attenzione è rivolta a questo aspetto. Certo, se facciamo saltare Lawal come un grillo allora andremo male. Dobbiamo quindi cercare di evitarlo». – Si è parlato tanto di mercato in settimana. «Per ora non mi interessa, sto pensando solo a come vincere. Stiamo guardando i profili di diversi giocatori ma in questo momento mi soffermo solo sulla partita contro Cantù che, se vinta, ci farebbe chiudere con due successi questo complicato inizio di campionato, caratterizzato anche dagli infortuni». Prima presenza in sala stampa per Bruno Fitipaldo. «Mi sono trovato subito bene a Capo d’Orlando – ha detto il play uruguaiano – grazie anche alla gente. Culturalmente è tutto molto simile alle mie tradizioni, per il campionato non avevo una idea precisa ma dopo le prime partite mi sono reso conto che il livello è alto. Le mie prime impressioni sono state rivolte alla forza fisica per la presenza di diversi americani che rendono il torneo duro e con partite sempre difficili. Non ci sono particolari differenze, considerato che giochiamo un tipo di pallacanestro simile. In Sudamerica ho fatte cose buone e meno buone e non so perché sono un idolo. Sono arrivato in Europa, coronando un mio sogno, perché mi piace il basket che si gioca qui. Mi potrà completare e l’obiettivo è di rimanere tanti anni».