Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – «Il meglio deve ancora venire». Dalla ripartenza (anno 2009) è questa la colonna sonora al “PalaFantozzi” quando l’Orlandina vince una partita. Dalla C di allora al sesto posto in A di adesso, è stato imposto da Enzo Sindoni in onore di Ligabue, il suo cantante preferito ed è da augurio per la sua squadra. «È una Orlandina – commenta il periodo positivo il presidente – che mi sta regalando soddisfazioni immense che, prima ancora che dagli ottimi risultati, mi derivano dalla qualità del gioco espresso. Credo che sentire degli apprezzamenti per il gioco che la squadra mette in campo mi rende felice e conferma la validità della scelta di una filosofia più europea che si sta perseguendo da un paio di anni». Sul proscenio Gennaro Di Carlo, allenatore del momento. Lei lo aveva profetizzato alla vigilia del torneo. «Se dicessi di essere sorpreso per la qualità del lavoro di Gennaro direi una bugia, come avevo detto a inizio anno lo ritengo il valore aggiunto in grado di fare la differenza. Le sue qualità umane erano note a chiunque lo conoscesse, e le sue qualità tecniche sono ormai note all’intero mondo del basket». E c’è un palazzetto che sta diventando un fortino. «Sì – conferma Sindoni -, al “PalaFantozzi” abbiamo vinto 9 delle ultime 12 partite giocate in casa comprese quello dell’anno scorso e questo indica il valore che i nostri tifosi continuano ad aggiungere ad una squadra che quest’anno non parte mai battuta neanche fuori casa. Da qui a dire che il risultato della salvezza sia già conseguito ce ne corre, perché serviranno almeno altre sei vittorie per raggiungere l’obiettivo». Un dato numerico importante in vista dell’ultima parte del girone di andata. «In questo momento sappiamo che vincendo tre delle prossime sei partite da giocare per finire l’andata raggiungeremo lo straordinario traguardo delle Final Eight di Coppa Italia ma andiamo avanti partita dopo partita sapendo che un periodo negativo può sempre arrivare». Inevitabile fare delle analogie con la magica Pierrel 2007/08 seppur con altri interpreti, in panchina e sul campo (a parte Diener). «La prima analogia è il piacere che questi ragazzi hanno nello stare assieme anche fuori dal campo. Ora come allora c’è un grande playmaker (Pozzecco al tempo, Fitipaldo adesso ndc) che dirige un’orchestra composta da musicisti che, come allora, antepongono la squadra a se stessi e, come al tempo, c’è un allenatore, da Sacchetti a Di Carlo, destinato ad una carriera straordinaria». Avete azzeccato il colpo Tepic. «Grazie alla competenza di mio figlio Giuseppe abbiamo tradotto il problema del grave infortunio di Berzins in una opportunità di crescita tecnica. Te-pic ha qualità tecniche e mentali che gli hanno permesso solo qualche anno fa di vincere l’Eurolega con il Panathinaikos ma Milenko ha anche qualità umane che rendono il nostro gruppo ancora più coeso». Per concludere è tempo di svelare cosa significa quel refrain udito anche domenica dopo la vittoriosa gara con Varese. «Il meglio deve ancora venire… Significa che sapremo andare oltre lo straordinario risultato del 2008 e che, soprattutto, riusciremo a farlo nel giro di pochi anni su basi organizzative societarie ancora più solide. Capo d’Orlando – conclude il presidente Sindoni – punta a diventare piazza tradizionale del basket italiano». In corso di valutazione le condizioni di Delas che, al “PalaBigi”, per precauzione potrebbe non esserci ma il rientro è sicuro per la prossima gara interna, l’11 dicembre contro Pistoia. Si allungano i tempi per il ritorno di Nicevic che lavora per ritrovare la condizione e potrebbe tornare a fine anno.