Riccardo Belelli – Gazzetta di Reggio
REGGIO EMILIA – La Betaland è tra le grandi sorprese del campionato e questa sera Gennaro Di Carlo vuole continuare a stupire nonostante due assenze importanti nel roster. «Dovremo fare a meno dei nostri centri ma verremo a Reggio a fare il nostro gioco, senza timori reverenziali, sperando di portarci a casa i due punti. È una sfida intrigante contro una squadra che ha mentalità vincente, la stessa che vorrei avere qui a Capo d’Orlando».
Tutto il pubblico reggiano attende di rivedere l’ex Drake Diener. In che stato di salute è ora?
«I problemi che ha avuto per fortuna sono stati pienamente superati e ora sta bene. Ha avuto a inizio stagione un problema muscolare e si sta rimettendo anche da quello. Drake è sicuramente una delle nostre colonne portanti».
Una delle vostre scoperte dell’anno è Bruno Fitipaldo, cosa ci può dire di lui?
«Lo abbiamo scelto per il suo stile di gioco, ideale per noi. È un giocatore di sostanza e qualità, sa segnare ma ha anche un’ottima visione di gioco, sa coinvolgere i compagni e metterli in ritmo. Mi auguro continui così».
Oltre a lui avete scoperto dei giovani in Europa come Perl e Stojanovic. Come avete fatto?
«La Betaland per poter competere in serie A con club molto più ricchi di lei deve seguire strade alternative cercando talenti in posti dove non arrivano le altre. Grande merito va alla rete di scouting creata dal nostro direttore sportivo Giuseppe Sindoni. Per certi versi viviamo di scommesse, ma fino ad ora sono state vincenti e ci hanno permesso di sopravvivere calmierando i costi».
Come per altri club, anche la vostra scelta di puntare su giocatori stranieri deriva dai costi eccessivi degli italiani?
«Purtroppo la regola che obbliga ad avere un certo numero di italiani in squadra ne ha fatto lievitare i prezzi alle stelle. Noi abbiamo Tommaso Laquintana e siamo riusciti a prendere Antonio Iannuzzi che sta crescendo, ma tra qualche anno anche giocatori come lui o Flaccadori varranno cifre impossibili per tanti club. Quello che mi preoccupa è che anni di abbandono dei settori giovanili hanno fatto si che si stiano esaurendo i giocatori davvero bravi, siamo ai minimi storici. Penso che sarà difficile tra 3-4 anni trovare un nuovo Iannuzzi altrettanto bravo, per questo dovrebbero spingere le società a investire nei settori giovanili».
Da qualche settimana avete inserito Milenko Tepic. Perché questa scelta?
«Il grave infortunio a Berzins ci ha costretti a tornare sul mercato e con Tepic siamo riusciti ad assicurarci un giocatore di grande valore ed esperienza. Lo reputo uno dei migliori acquisti della storia di questo club. Capisce benissimo il gioco, è molto versatile, può giocare tre ruoli, di sicuro ha aumentato la qualità del nostro roster».