Dopo Meo Sacchetti a Brindisi, un altro tuffo nel passato: domani a Capo d’Orlando la Dinamo ritrova un pezzo della propria storia, Drake Diener, il giocatore del Banco di Sardegna che ha segnato più punti in A (1987 in 113 partite, media 19,4), il giocatore che ne ha messi dentro 44 in una singola gara (contro Venezia quando scrisse 11/14 da due e 7/12 da tre), il capocannoniere e “mvp” della stagione 2014, l’uomo che in gara-due dei play off contro Brindisi aveva realizzato sette triple nel primo quarto.
Serietà. Ma non sono state solo le cifre a rendere unico questo giocatore, amato soprattutto per i suoi atteggiamenti, mai sopra le righe. Ed è incredibile però che ora, quando si nomina a Man-Drake la Dinamo, il suo primo ricordo, bruttissimo, va alla finalissima scudetto vinta dal Banco di Sardegna a Reggio Emilia: quella volta la “shooting guard” del Wisconsin era dall’altra parte della barricata e il destino aveva deciso che l’ultima palla toccasse a lui (gliel’aveva scaricata addosso Cinciarini dicendogli di fatto “arrangiati”) e Drake l’aveva inevitabilmente sbagliata e la Dinamo potuto far festa. Sarebbe stata una crudeltà se a strappare lo scudetto alla Dinamo fosse stato proprio lui. Da allora sono passati appena 18 mesi: dopo una stagione a Saragozza, e dopo una ricaduta del terribile male che lo tormenta da una dozzina d’anni (il morbo di Crohn) Drake Diener è tornato in Italia, proprio a Capo d’Orlando, dove Meo Sacchetti lo aveva voluto una vita fa, prima di chiamarlo poi anche a Sassari. Dove gli è nato un figlio, maschio: questa significa che tra una ventina d’anni ci sarà, lo speriamo tutti, un Diener scelto nella Nba, e sarà sassarese. Nel frattempo è in arrivo questa sfida che ha ben altri significati, molto poco nostalgici: Orlandina (una sola sconfitta in casa) e Dinamo (una sola vittoria in trasferta) sono separate da due lunghezze.
Rivelazione. Capo d’Orando è, con Caserta, la rivelazione del torneo: grazie anche ai numeri di Drake che sta viaggiando ai confini della doppia cifra con percentuali che accarezzano il 50%. Un tiro su due lo mette dentro, e dalla lunetta non ne ha sbagliato uno. Sì, Man-Drake è proprio un nemico carissimo.