Claudio Argiri – Giornale di Sicilia
La sesta vittoria di fila sul parquet amico mai vista a Capo d’Orlando in A, il sesto posto rafforzato con un bilancio di 7 vinte e 5 perse e, di conseguenza, le finali di Coppa Italia ipotecate avendo 4 lunghezze sulle none a 3 turni dal giro di boa, valgono un meritato giorno di riposo in più per la Betaland che solo oggi pomeriggio, dopo aver vinto sabato sera contro Sassari, riprenderà ad allenarsi in vista del turno post natalizio di martedì 27 alle 20.30 ad Avellino. La Campania di coach Di Carlo ha respinto l’assalto precedente dei paladini che, sbancando il PalaDelMauro, balzerebbero addirittura in quarta posizione oltre che certificare la qualificazione per Rimini. I tifosi ci credono e già si organizzano per metà febbraio sulla riviera romagnola. Di sicuro un pullman e qualche sostenitore con mezzi propri è già pronto per Avellino dove saranno un centinaio i fans biancoazzurri al seguito. Qui si sogna ad occhi aperti aspettando la cena natalizia di stasera ed un cadeau dal mercato italiano dei lunghi ma senza frenesia come costume del club che ha saputo attendere l’occasione buona con pazienza dopo che il ginocchio di Berzins ha fatto crack pescando un fuoriclasse come Milenko Tepic, uno dei migliori anche sabato. «Avevo delle offerte ma aspettavo un progetto davvero stimolante come questo di Capo d’Orlando – spiega l’esterno-. Mi piace questa squadra, l’organizzazione, mi hanno accolto benissimo, mi sono adattato velocemente. La prima volta che sono venuto a Capo d’Orlando col Partizan ero un ragazzino, ora ho 29 anni, sono contendo di essere qui di nuovo e farò del mio meglio per aiutare la squadra a raggiungere gli obiettivi stagionali. Seguivo già il campionato italiano, la maggior parte delle squadra ha 5 o 6 americani in squadra e il loro livello somiglia a quello dei college americani, ma questo modo di costruire le squadre può farti fare cose buone, ma anche no. Quando ho visto il roster di Capo d’Orlando ho notato che qui non era così, era diverso. Se seguiamo le nostre regole e il nostro modo di giocare possiamo tranquillamente competere con tutte le squadre del torneo. Non so qual è il momento più bello della mia carriera ho giocato tanti anni in squadre di alto livello, ho giocato per il Partizan che è la squadra per la quale tenevo da bambino, e poi anche per altre squadre importanti. Quando ottieni i risultati e hai un buon feeling con i compagni, allora si che avrai ottimi ricordi». Chapeau davanti ad un gruppo coeso che aspetta Perl e Laquintana, parsi in calo e poco utilizzati contro i sardi in un derby delle isole dominato dal playmaker capitano dell’Uruguay, Bruno Fitipaldo. «Sta facendo una grande stagione – sottolineali coach -, mettendo in evidenzia le sue potenzialità, ma può migliorare ancora. Ha la capacità assoluta di prendersi quello che la partita gli dà, asseconda i suoi compagni e se è il caso può essere pericoloso. Ha un carattere forte, è uno dei leader di questo gruppo, ma allo stesso tempo non è egoista e non è ingombrante in campo e nello spogliatoio. Anche grazie a lui la gente si sta emozionando con questa squadra. I tifosi percepiscono che questi ragazzi in campo stanno dando tutto quello che hanno».