PESARO – Sereno, ma scuro in volto entra nella sala stampa Gennaro Di Carlo, allenatore della Betaland Capo d’Orlando. Aver conquistato la Final Eight è motivo di grande soddisfazione, ma si percepisce che c’era voglia di sfatare il tabu Adriatic Arena e scrivere il proprio nome in un’altra pagina di storia del club siciliano. L’analisi tattica della gara persa da parte del coach casertano è lucidissima: «Inizio con i complimenti alla Victoria Libertas Pesaro. Ha espresso grande voglia nel portare a casa un risultato ritenuto molto importante. La nostra sconfitta si spiega sostanzialmente nell’aver lasciato troppo spazio agli uno-contro-uno di Thornton sia nella prima parte di gara che alla fine, nell’aver lasciato tanti rimbalzi d’attacco a Pesaro nei primi due quarti, cosa che ha concesso loro di finire il primo tempo con un punteggio eccessivo rispetto a quello che avevano espresso – spiega l’allenatore della Betaland -. E poi gli episodi che ci hanno condannato. Gli appoggi da sotto ad esempio. Abbiamo chiuso con percentuali deficitarie in questa specialità. Una palla persa è risultata letale, parlo di quella persa da Tepic e rubata da Jones. Non lo nascondo, c’è tanto rammarico – prosegue Di Carlo -. È una gara che ci farà riflettere molto perché dimostra ancora una volta che abbiamo tanto da lavorare. Di buono mi porto che anche stasera perdendo abbiamo espresso un gioco di squadra soddisfacente. Abbiamo mandato 4 uomini in doppia cifra e un quinto vicino ad esserlo. Adesso dobbiamo continuare così nella seconda parte di stagione in cui abbiamo da inserire un giocatore nuovo. In ogni caso se vogliamo restare tra le prime otto del campionato tocca fare di più di oggi. Dobbiamo continuare avanti per la nostra strada in maniera umile, lavorando in palestra e facendo crescere i nostri giovani. Siamo consapevoli che quello che stiamo facendo quest’anno è molto importante. Le palle perse oggi sono state troppe – conclude Di Carlo in risposta a un giornalista pesarese – ma la gara era in equilibrio. Bisognava solo essere più determinati. Siamo stati troppo soft, così non vinciamo mai fuori casa. Dobbiamo mettercelo in testa e cercare di fare meglio dalla prossima volta».