Antonio Puglisi – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – Coach De Raffaele vede il bicchiere mezzo pieno: «Devo farei complimenti a Capo d’Orlando che ha meritato la vittoria in una partita molto combattuta. Allo stesso tempo sono certo che se avessimo vinto noi lo avremmo meritato, perché abbiamo giocato una gara molto solida avendo la possibilità anche di vincere. Nel supplementare abbiamo pagato qualche scelta e la differenza l’ha fatta soltanto qualche episodio. Ci rimane l’amaro in bocca per la sconfitta, ma non per la prestazione». Coach Di Carlo è visibilmente soddisfatto e ricambia sportivamente i complimenti di De Raffaele: «È stata una partita da playoff a livello di intensità, di agonismo e tattica e qualità di gioco. Essere riusciti a vincere una partita come questa – dichiara il coach della Betaland – ci rende consapevoli del fatto che l’obiettivo che ci stiamo prefiggendo di rimanere nelle prime otto non è utopistico. Venezia ha dimostrato tutto il suo valore e solidità mentale, ed essere venuti a capo di una partita così complicata ci fa capire come questo gruppo sia competitivo e forte».
– Poteva essere chiusa prima la partita?
«Non era semplice. Bisognava gestire le rotazioni per avere il miglior apporto possibile da parte di tutti. Bisognava gestire Archie, Ivanovic e Tepic. Ancora abbiamo giocato con i residui di una influenza che ha colpito praticamente tutti. Se non siamo stati cinici è per questo».
– Capo d’Orlando ha visto giocare Ivanovic. Grinta e carattere da leader?
«Penso che Nikola sia un ragazzo che rispecchierà quello che è il nostro modo di essere ed il nostro carattere. Può sembrare sgraziato, ma è di una efficacia e tecnica che non ha precedenti. Più salgono i toni agonistici e più lui si trova a suo agio. Sono sicura che ci aiuterà tanto con l’energia che ci dà».
– La Betaland, per molti, gioca il migliore basket in questo momento. È d’accordo?
«Non vorrei apparire presuntuoso, ma credo che abbiamo ancora dei margini di miglioramento. Bisogna limare anche delle situazioni che non sono automatiche, ma cominciamo a raccogliere i frutti del nostro lavoro. Ci manca ancora la capacità di allenarci tutti insieme e per questo dico che abbiamo margini di miglioramento».