Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – Orlandina vincente e pubblico: un’equazione che non torna. I dati pubblicati ieri dalla LBA, sulle presenze registrate nel girone di andata dalle sedici protagoniste del massimo campionato, indicano il minimo storico per Capo d’Orlando alla sesta stagione in Serie A. Il tutto malgrado l’eccellente cammino della squadra con dieci vittorie che hanno fruttato 20 punti (e furono 22 in tutto lo scorso anno), delle quali otto sono state casalinghe e tutte di fila. Ad incidere non è il dato complessivo che vede l’Orlandina all’ultimo posto (ci sta, visto che Capo d’Orlando è il centro più piccolo della Serie A con circa tredicimila abitanti) quanto quello delle presenze al “Pala Fantozzi” se raffrontati ai precedenti. Nelle otto gare casalinghe giocate da ottobre a dicembre (nel conto non fa testo la gara interna con Venezia del girone di ritorno), il totale degli spettatori è stato di 14.918 per una media di 1.865 a partita ed un incasso complessivo di 122.447 euro per una media di 15.306 a gara. Quindi meno di duemila spettatori nella tensostruttura di piazza Bontempo che può contenere poco più di 3.500 sportivi. Aveva ragione il direttore generale Francesco Venza, due mesi fa dalle colonne del nostro giornale, a chiedere una affluenza maggiore visto che calore ed entusiasmo non sono mai venuti meno come riconosciuto anche dai tecnici avversari (l’ultimo in ordine di tempo De Raffaele di Venezia). Da notare che la partita di cartello di tutto il campionato resta sempre Orlandina-Milano che, alla prima giornata, non ha fatto registrare il pienone che si era visto nelle cinque sfide precedenti. Raffrontando i numeri al primo anno in A, nel 2005/2006, con l’Upea allenata da Perdichizzi che ottenne la salvezza alla penultima giornata, il totale delle 17 gare casalinghe (il torneo era a 18 squadre) vide 37.120 spettatori in tutto per una media di 2.184. In ogni caso una media superiore a quella del girone di andata di quest’anno. Idem nel 2006/07, sempre con lo “sceriffo” alla guida ed una permanenza, dopo uno strabiliante girone di andata ed un netto calo nel ritorno, che arrivò all’ultima giornata: sempre in 17 partite gli spettatori totali furono 33.137 (quindi poco meno di quattromila rispetto alla stagione precedente) per una media di 1.949 a incontro. La stagione migliore resta quella della magica Pierrel di Sacchetti&Vacirca, anno 2007/08 con una partita in più (18) per la qualificazione dei paladini ai playoff scudetto: Pozzecco, il primo Diener (poi Mejia), Slay (poi Beck), Wallace, Wojcik e co., videro la presenza di 40.275 spettatori in regular season, più i 2.611 della gara-3 dei quarti di finale playoff con Avellino, per un totale di 42.886 sportivi ed una media di 2.383 (2.369 in regular season). E c’è un calo anche rispetto al girone di andata della scorsa stagione, quella che vide la Betaland, prima affidata a Gricciori e poi a Di Carlo, partire in quarta ma frenare tanto da non vincere, in casa, dalla sesta alla quindicesima giornata e chiudendo il girone ascendente all’ultimo posto. Malgrado le delusioni in serie (nulla a che vedere con le e saltazioni attuali), la media degli spettatori è stata di 1.925. A fronte di una squadra che viaggia a mille, che ha centrato la Final Eight di Coppa Italia, è in piena corsa per i playoff e gioca anche una buona pallacanestro, non si capisce da cosa derivi questo calo. È il rischio assuefazione?