Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – Non ancora al massimo ma subito determinante. Dopo la pulizia al ginocchio, Dominique Archie è rientrato ed è stato fondamentale per le due ultime vittorie dell’Orlandina, al “PalaFantozzi” con Venezia e a Torino malgrado i problemi di falli nel match del “PalaRuffini”.
«Credo che la mia condizione possa ancora migliorare – dice l’ala statunitense – Ho subito un’operazione, nulla di grave, probabilmente potrebbe servire del tempo ma mi sento già bene. Sto lavorando sulla forza con Salvatore Poma, il preparatore atletico. Lo staff è molto abile a mostrarmi dov’ero e dove posso arrivare, per cui stiamo lavorando intensamente. Mi piace il modo in cui sto giocando adesso, riesco a gestirmi bene in allenamento e in partita. È una cosa buona per me perché posso riposare e intensificare il carico step by step. Il fisioterapista Biagio Di Giorgio e Poma hanno fatto un grande lavoro per me, in pochi giorni ho recuperato e sono stato disponibile per una gara importante com’era quella con Venezia. Ho giocato tanto anche perché si è andati all’overtime. Alla fine, sono sincero, ero molto stanco, ma allo stesso tempo le mie gambe avevamo reagito bene».
Avete ottenuto due vittorie che legittimano le vostre ambizioni playoff.
«Penso che questi due ultimi successi hanno dimostrato veramente chi siamo e che se giochiamo bene possiamo vincere gare importanti. Prima di queste due gare onestamente penso che nessuno credeva che noi potessimo arrivare a tanto, ora invece la considerazione è diversa. Non credevo che potessimo arrivare alle Final Eight, pensavo che eravamo una buona squadra ma questa è una delle migliori leghe europee, stare così in alto in classifica non è facile. Pensavo avessimo delle chances di arrivare settimi o ottavi, invece stiamo cercando di mantenerci ancora più in alto e se continuiamo a fare bene possiamo farcela. Adesso ci rispettano tutti, a parte Milano nessuno ha vinto in casa nostra. Abbiamo perso delle gare fuori casa che potevamo vincere e in tutte siamo stati rispettati come una squadra temibile. Ho capito che potevamo lottare per i playoff dopo due gare perse, con Milano e Avellino, perché abbiamo commesso degli errori che potevamo evitare e non avevamo Nicevic o Diener o Fitipaldo. Se recuperiamo tutti, cresciamo come squadra, affiniamo la chimica, nessuno può dire cosa succederà».
Domenica arriva Trento, in striscia vincente da tre gare e che a Capo d’Orlando, in A, ha sempre vinto: anche per te si evocano dei ricordi.
«Sì ed è per questo che voglio battere Trento, è la squadra con cui praticamente non ho mai vinto. Non voglio però mettere troppa pressione nella gara, ovviamente vogliamo vincere con tutte le nostre forze. È un match difficile sicuramente ma dobbiamo lasciare in campo tutto quello che abbiamo perché per noi potrebbe essere davvero importante. Abbiamo tanti ragazzi che capiscono come si gioca una pallacanestro di squadra e pronti a sacrificarsi per la squadra e l’uno per l’altro, si vede anche dagli assist, dai rimbalzi. Se vince la squadra, vinciamo tutti e possiamo continuare ad avere obiettivi personali e sogni anche così».
Infine Archie svela da chi ha preso determinati attitudini.
«Da mia mamma. Lei mi ha cresciuto così, mi ha dato certi insegnamenti ed è per questo che gioco in questa maniera».